È iniziato il conto alla rovescia per il “gay pride” che si svolgerà sabato pomeriggio a Reggio Calabria. L’iniziativa, che avrà luogo sul lungomare “Falcomatà” è organizzata dall’Arcigay “Due mari” e dalla “Agedo” l’Associazione genitori di omosessuali di Reggio Calabria. Questa mattina si è svolta la presentazione dell’evento a palazzo San Giorgio. «Una manifestazione che abbiamo ideato nei mesi invernali - ha detto Michela Calabrò, presidente del Comitato Arcigay “Due Mari di Reggio” - partendo da una riflessione profonda e particolare: la ricorrenza dei 50 anni dai moti di Stonewall». Si tratta dell’irruzione della Polizia, nella notte del 27 giugno 1969, in un bar gay di Manhattan, a New York.

 

Quest’anno l’ “onda pride” ha coinvolto moltissime città, non solo grandi, ma anche tanti piccoli centri con cortei colorati e festanti. «Proprio quello che avverrà sabato a Reggio - ha detto ancora la rappresentante di Arcigay Due Mari -. Si partirà dalla pineta di viale Zerbi per poi sfilare in corteo sul lungomare, fino alle Mura greche. Da lì si imboccherà la passeggiata a mare del Lungomare fino all’Arena dello Stretto, dove sono previste riflessioni, interventi istituzionali, e di ospiti nazionali, come Luciano Lopopolo, presidente nazionale di Arcigay, Rita De Santis, presidente onorario di Agedo, con Dolores De Marco, componente il Consiglio direttivo nazionale. Madrina d’eccezione, Marina Grassidonia, presidente onorario e fondatrice di "Famiglie arcobaleno"».

 

Il gay pride reggino, oltre ad aver ottenuto il sostegno delle principali istituzioni e di tantissime realtà associative è stato organizzato anche con il supporto dell’Agedo che assiste e tutela anche i genitori con figli omosessuali.«Reggio è ormai pronta. Si è dimostrata inclusiva verso questa realtà. Sarà un corteo colorato e partecipato - ha dichiarato Mirella Giuffré, presidente del comitato Agedo. Il mio appello va ai genitori e alle famiglie di giovani omosessuali, a sfilare accanto ai ragazzi, sostenerli e dar loro la forza per superare brutture e pregiudizi di parte della società civile».

 

Le polemiche in questi giorni non sono mancate, ma gli organizzatori respingono tutte le critiche ai mittenti: «Vuole essere un messaggio di inclusione alla cittadinanza - ha chiosatoo Michela Calabrò - un modo per "schiaffeggiare" in modo non violento, le opinioni stupide e bigotte che spesso leggiamo sui social. Chi vede nel Pride una carnevalata significa che vuol vedere e può vedere solo questo».