VIDEO | La preziosa collezione dell’artigiano reggino Ninì Sapone donata dai figli al museo diocesano "monsignore Aurelio Sorrentino". Un vero e proprio viaggio dalla scuola napoletana a quella siciliana e con materiali provenienti da ogni continente (ASCOLTA L'AUDIO)
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Inizia dal dono che nel 2012 i familiari dell’artigiano del presepe reggino Ninì Sapone fecero al museo diocesano monsignor Aurelio Sorrentino di Reggio Calabria, il viaggio nell'affascinante tradizione presepiale italiana, dalla scuola napoletana a quella siciliana, e tra le rivisitazioni della Natività che ogni continente è capace di esprimere e custodire. Un viaggio che il museo Sorrentino, da allora, è impegnato ad offrire alle scolaresche e alla cittadinanza.
Il dono e la responsabilità
«Accogliere una donazione significa anche assumersi la responsabilità di valorizzarne l'oggetto e di renderne il più possibile ampia e condivisa la fruizione. In quest'ottica il museo ogni anno promuove l'iniziativa didattica denominata Viaggio nel Presepe. Anche in queste settimane, tale iniziativa ha portato centinaia di bambine e bambini a visitare questa bellissima collezione e, con l’occasione, a scoprire anche il patrimonio museale permanente», ha spiegato la direttrice del museo diocesano monsignore Aurelio Sorrentino di Reggio Calabria, Lucia Lojacono.
Ninì Sapone, artigiano e collezionista
La passione per il presepe di Ninì Sapone non si declinava, dunque, soltanto nel realizzarne di meravigliosi, come quello meccanizzato anch’esso donato, da alcuni anni custodito nella chiesa della Confraternita dei Bianchi o del Santo Cristo di Reggio, ma anche nel collezionare i più rappresentativi e originali. I manufatti esposti al museo diocesano rappresentavano il nucleo essenziale del Museo del Presepio, istituito nel 1997 dallo stesso artigiano reggino e chiuso dopo la sua morte avvenuta nel 2008. Successivamente i figli hanno donato la collezione che adesso è in parte temporaneamente esposta al museo nella sala impreziosita dall'olio su tela, realizzato nel 1910 da Cirillo Manicardi, dal titolo Visione di San Prospero. Il quadro proviene dalla chiesa baracca di San Prospero, eretta dopo il sisma del 1908.
«In attesa di una sede definitiva nella quale esporre nella sua completezza la bellissima collezione, una parte dei presepi donati è allestita al pianterreno dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, mentre un folto gruppo, nel periodo natalizio, è esposto qui al museo», ha spiegato ancora la direttrice del museo diocesano Monsignore Aurelio Sorrentino di Reggio Calabria,
La collezione
Terracotta e ceramica dipinta ma anche legno, tessuto e persino pannocchie, come nel caso di un presepe austriaco, tra i materiali impiegati e Perù, Francia, Austria Inghilterra, Kenya e Russia le provenienze estere.
Ogni presepe è un gioiello di artigianato e Fede realizzato, fin dall’Ottocento, da maestri di tutta Italia e del mondo, come il russo Yuri Prospelov. Una preziosa collezione che annovera il presepe del maestro Giuseppe Pesa di Seminara, quelli in cartapesta della scuola siciliana del maestro Antonino Indovina risalenti al 1860 circa e poi ancora i pregevoli manufatti di Francesco Scarlatella di Caltagirone e di Luigi Vigorito di Ercolano e i gruppi ispirati al Settecento napoletano opera del maestro Antonio Greco di Castellamare di Stabia, realizzati in terracotta dipinta, tessuto e legno. Poi ancora il manufatto di Giulietta Cavallo di Roma, ispirato al Settecento Siciliano, e quelli in cartapesta di scuola leccese di Marco Epicochi, presepi anche provenienti da Lucca e Genova.
Incastonato in mezzo a questi gioielli d’arte anche un presepe realizzato dallo stesso Ninì Sapone, la cui opera continua ancora oggi a guidarci alla scoperta del significato gioioso della Natività. Significato affidato ai suoi tesori che oggi, grazie ai suoi figli e all’impegno del museo diocesano reggino, chiunque può ammirare.