La prima presentazione si terrà a Roma. L’emozione dell’autore: «Ringrazio chi crede che la poesia possa cambiare la nostra quotidiana esistenza»
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Aleandro Fusco
Esce “Rapsodia del continuo”, del giovane docente e poeta calabrese Aleandro Fusco. È un libro di poesie, mille voci che si alternano tra presente e passato, per scuotere l’apatia della nostra società.
R.: Credo che l'obiettivo di ogni essere umano all'interno di una società civile, è quello di cooperare per il bene comune, interessarsi ai rapporti umani, generando crescita e sviluppo di nuovi rami, senza dimenticare le "radice" e le fondamenta culturali. Temo però, che la strada del nostro secolo stia generando una linea retta, senza alcuna curva, piatta e in assenza di colori. Il nostro compito è lasciare traccia (disegnare meglio o se preferite, scrivere meglio la nostra esistenza).
Aleandro Fusco, classe 1986 è nato a Polistena; laurea in Discipline Artistiche alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università della Calabria.
Ma chi è veramente Aleandro?
"Sono siccità e pioggia,
qualche volta fungo
altri istanti pietra.
Sono vento e tartaruga."
Chiedo scusa se vi rispondo con alcuni pensieri che trovate in Rapsodia del continuo. Fatico a dare una descrizione di me, sono molteplici energie, sono una casa piena di libri, quadri e musica o forse un "grande deserto" pieno di gradazioni. Allo stesso tempo riconosco di essere tutto e niente di fronte all'infinito.
Nella tua poesia sembra svilupparsi l’incanto del tempo che si fa lento, che invoca pace.
R.: In linea di principio siamo ciò che desideriamo essere. Io ambisco alla pace e alla quiete, ma allo stesso tempo vivo la vita con rock e con una certa euforia (grazie anche al tempo che trascorso con i bambini e gli adolescenti) il tempo con loro non esiste. Esiste il prodigio delle loro anime ed osservando tutto ciò vado in estasi.
La tua sembra la ricerca di un mondo dove regna l’amore inquieto. I tuoi versi sono dolci e amari, dolorosi e illuminanti
R.: Mescolare lo trovo armonioso, mi fa sentire vivo. Quando ti capitano nella vita degli eventi abbaglianti, hai bisogno di rimanere attento per evitare di crollare.
“In questa pace il mio fiume scorre
è lì che io sono
su tutto ciò che toccammo.
Migrerò su ogni cosa”


Sono versi potenti, di rara bellezza. Forse sognati. O forse immaginati.
R.: Sento di appartenere alla Terra e volo in giro con un cordone ombelicale attaccato all'universo. Ogni cosa che faccio o che dico credo possa (almeno spero) toccare tutto ciò che ho intorno e questo mi basta per capire che sono responsabile di ciò che sto lasciando agli altri.
Cosa senti quando componi? Quando la penna sembra muoversi da sola, come guidata da una mano fantasma
R.: È diventata nel tempo una condizione fisiologica. Sono io che appartengo alle parole, ci sono periodi di scrittura fluida e talvolta avviene in tempi brevi, istanti improvvisi; altri periodi in cui sento di dover indagare linguisticamente e ciò mi consente di approfondire.
I tuoi studi in arte drammatica quanto condizionano la tua scrittura?
R.: L'arte drammatica è l'epicentro, il fulcro. Il teatro mi consente di assaporare in totalità. In sincerità, la vita degli altri ci insegna molto, i segni sul viso, la luce che passa negli occhi delle persone; il teatro c'insegna a soffermarci su queste minuzie e che fanno da rilievo. È dunque questa la bellezza della vita? Credo proprio di sì.
Aleandro vive a Roma dove si è specializzato in Arte Drammatica e Linguistica moderna. È insegnante di materie letterarie-umanistiche. È regista teatrale. Nel 2020 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie Rumori d’animo.
Rapsodia del continuo è ormai pronto per il mercato
Domenica 2 marzo farò la prima presentazione a Roma. Grazie alla Bertoni Editore e Franco Laratta per la sua preziosa prefazione. Ringrazio chi crede che la poesia possa cambiare la nostra quotidiana esistenza.