Il Liceo Tommaso Gullì di Reggio Calabria e il Museo della Lingua Greca Gerhard Rohlfs di Bova inaugurano la seconda annualità del progetto "Palèa Jenèa - Orme nella Storia", un percorso - promosso e voluto dall'Amministrazione comunale di Bova con l'importante contributo del Dipartimento di Civiltà Antica e Moderna dell’Università di Messina - che coniuga cultura, archeologia e lingua, rivolto agli studenti della Città Metropolitana reggina. L’incontro illustrativo, tenutosi presso il Liceo Gullì, ha visto la partecipazione di autorità, docenti e rappresentanti delle scuole coinvolte.

«È un mondo nascosto, ma presente», ha dichiarato Anna Perri, responsabile del progetto per il Liceo Gullì. «Vogliamo far scoprire ai nostri ragazzi le loro radici e aiutarli a comprendere il substrato culturale del territorio in cui vivono, spesso ignorato o poco conosciuto. Per volare alto e avere ali forti, bisogna avere radici possenti».

Un progetto consolidato e ambizioso

«Questo progetto, ormai consolidato, ci ha dato grandi soddisfazioni lo scorso anno», ha sottolineato Margherita Festa, responsabile del Museo G. Rohlfs per i rapporti con Scuole ed Università. «Abbiamo deciso di riproporlo, coinvolgendo sette scuole della Città Metropolitana: tre istituti superiori e tre scuole secondarie di primo grado. Mira alla riscoperta della lingua grecanica, alla valorizzazione del patrimonio artistico, culturale, archeologico e storico, e al recupero di un’identità che i ragazzi vivono quotidianamente ma non sempre comprendono a fondo».

L’incontro è stato arricchito dai saluti di Francesco Praticò, dirigente del Liceo Gullì, e di Gianfranco Marino, vicesindaco di Bova, che ha ricordato l’importanza di iniziative come questa: «È fondamentale promuovere progetti che rendano i giovani protagonisti attivi nella scoperta e nella valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Nessuno deve restare indietro: costruire un contesto inclusivo è una strategia vincente per il futuro».

Una rete tra scuole, università e territorio

«Anche quest’anno saremo affiancati dal Dipartimento di Civiltà Antica e Moderna dell’Università di Messina», ha aggiunto Marino. «Vogliamo ringraziare il professore Castrizio e gli altri docenti che mettono a disposizione il loro ingegno per un percorso che toccherà beni culturali, lingua e archeologia, con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi alla ricchezza della loro terra». Il professore, direttore del Museo Rohlfs, ha relazionato sulle attività progettuali e parlato dell'importanza di toccare con mano la storia e il significato della lingua greca di Calabria, scoprendo tradizioni e cultura.

Il progetto prevede una serie di incontri didattici con esperti e studiosi e culminerà in una visita a Bova e ai Musei Rohlfs, dove gli studenti saranno chiamati a scoprire non solo la lingua, ma anche il substrato culturale che la sostiene. La missione del progetto è, infatti, di rendere i ragazzi protagonisti attivi di questa scoperta.

Le radici greche come opportunità educativa

Il progetto “Palèa Jenèa” si distingue per il suo approccio innovativo e multidisciplinare, che vede la collaborazione di scuole, istituzioni locali e accademiche. Per Margherita Festa, «è nostro compito raccontare ai ragazzi i luoghi che li circondano, aiutandoli a interpretarli con uno sguardo consapevole».

Bova si conferma un polo centrale nella diffusione della cultura grecanica, un luogo dove tradizione e innovazione si incontrano per formare nuove generazioni consapevoli della ricchezza del proprio patrimonio. «Siamo certi che - sottolinea Marino - grazie al supporto delle scuole, dei docenti universitari e delle istituzioni, il progetto riscuoterà lo stesso successo dello scorso anno. Questo percorso non è solo educativo, ma è una forma di valorizzazione culturale che restituisce dignità alle nostre radici greche e apre nuove prospettive per le generazioni future».