Sabato ricchissimo di appuntamenti a Primavera dei Teatri, il festival di Castrovillari dedicato ai nuovi linguaggi della scena contemporanea, organizzato da “Scena Verticale” la compagnia di Saverio La Ruina, Dario De Luca e Settimio Pisano. Giunto alla tredicesima edizione, si tiene dal 27 maggio al 4 giugno.

Tanti gli imperdibili spettacoli, che vedranno protagonisti tra gli altri Saverio La Ruina, Lisa Ferlazzo Natoli, Putéca Celidònia, Dario De Luca e non solo. Di seguito il calendario completo.

Sabato 3 giugno

10:00 Protoconvento

Rossella Menna

QUALCOSA DI SÉ

Daria Deflorian e il suo teatro

(Luca Sossella editore 2023)

Presentazione del libro di Rossella Menna

 “Io non volevo il successo, ma la gloria”, racconta con ironia Daria Deflorian. È l’ambizione smodata e coraggiosa di chi l’arte la scopre da sé e non per cultura famigliare. Di chi non la dà mai per scontata e la mette alla prova ogni giorno, perché ogni giorno deve valerne la pena. L’insopprimibile desiderio di stare al mondo secondo un principio poetico è il cuore della biografia di una maestra del teatro contemporaneo.

 

12.00 Sala Varcasia

RE PIPUZZU FATTO A MANU_MELOLOGO CALABRESE PER TRE FINALI

di e con Dario De Luca

e Gianfranco De Franco

Le fiabe sono il nostro patrimonio comune, sono la memoria storica dei nostri sentimenti più genuini e primari. Abbiamo voluto cercare le fiabe della nostra Calabria, per provare a leggere meglio la nostra terra partendo dai racconti popolari; per interrogarci su noi stessi e capirci un po’ di più; per poterci raccontare al viaggiatore di domani senza essere oleografici e indulgenti con noi stessi. Abbiamo trovato, grazie al lavoro di Letterio Di Francia, fine letterato calabrese nativo di Palmi e massimo studioso della novella italiana, un patrimonio ricchissimo di storie e intrecci a metà tra il noto e l’ignoto dove ricorrono temi quali il cibo e l’ospitalità o l’andare spersi per il mondo. Abbiamo scelto di puntare l’attenzione sulla storia di Re Pepe, fiaba nella quale il vero protagonista non è il re del titolo, ma una donna: una reginetta sicura del fatto suo e capatosta. È a lei che siamo debitori, non solo dell’intreccio della fiaba in questione, ma persino del personaggio che da il titolo alla fiaba, perché un bel giorno, di fronte all’insistenza del padre perché si trovi finalmente un marito, lei decide di prendere farina e zucchero e di impastarselo con le sue mani. Solo così può essere certa che quello sposo sarà all’altezza delle sue aspettative: giacché, come è noto, di reucci insipidi è pieno il regno delle fiabe. Invece lei ne vuole uno come si deve, ecco perché c’impiega addirittura sei mesi ad impastarlo. “Però non parla!”, commenta il re padre. Ma lei non si perde d’animo, gli mette un peperoncino rosso sulla bocca e a furia di insistere, lo fa parlare. Senza svelare il finale, ché non vogliamo levare certo il gusto di scoprirlo allo spettatore, questa fiaba ha echi dell’Oriente e delle “Mille e una notte”, delle storie dei fratelli Grimm e di quelle di Perrault. Ma questa storia ha messo radici in mezzo ai castagneti e agli uliveti, profuma di impasti infornati e ha il rumore assordante delle cicale della nostra terra. Dario De Luca da corpo e voce a questo racconto calabrese; Gianfranco De Franco gli dà una sonorizzazione, fatta di soffi in strumenti a fiato, tradizionali e no, ed elettronica. Un viaggio che ipnotizzerà lo spettatore accompagnandolo in una dimensione tra l’onirico e il reale.

 

15:30 Sala Varcasia

LA CONSAGRACION DE NADIE – restituzione del lavoro della residenza artistica

drammaturgia Gonzalo Quintana e Micaela Fariña (ARG)

interprete Micaela Fariñaregia Gonzalo Quintana

 

17:30 Capannonne Autostazione

Compagnia lacasadargilla / Alessandro Ferroni / Maddalena Parise

CITTÀ SOLA - prima nazionale – 80 minuti

di Olivia Laing,

traduzione Francesca Mastruzzo

riduzione e drammaturgia Fabrizio Sinisi

regia Alessandro Ferroni e Lisa Ferlazzo Natoli

con Lisa Ferlazzo Natoli

voci registrate Emiliano Masala, Tania Garribba

ambienti visivi/spazio scenico Maddalena Parise

paesaggi sonori Alessandro Ferroni

luci/direzione tecnica Omar Scala

costumi Anna Missagllia

sound design Pasquale Citera - aiuto regia Matteo Finamore

coordinamento artistico Alice Palazzi - collaborazione al progetto Emiliano Masala

accoglienza tecnica Giuseppe Tancorre - scenotecnica Carlo Petrucci

una produzione lacasadargilla, Angelo Mai, Bluemotion, Teatro Vascello La Fabbrica dell’Attore

in coproduzione con Theatron Produzioni

in collaborazione con Piccolo Teatro Milano

in network con Margine Operativo/Attraversamenti Multipli

 

“Immaginate di stare alla finestra, di notte, al sesto o al settimo o al quarantatreesimo piano di un edificio. La città si rivela come un insieme di celle, centinaia di migliaia di finestre, alcune buie, altre inondate di luce verde o bianca o dorata”. Olivia Laing ragiona e cammina per le strade di New York disegnandone una mappa peculiare e affettiva, come una cartografia tracciata lungo l’abisso dell’isolamento. New York diventa grazie a Laing tutte le città che abbiamo attraversato e racconta in maniera particolarissima una solitudine che può essere solo urbana. Un libro formidabile che attraversa la solitudine fino e oltre il nostro presente; articolato in sette capitoli per sette inquilini speciali, sette artisti che hanno popolato la città sola di Olivia Laing, una vera e propria “città a sé stante” che scopriamo essere, in fondo, un posto molto affollato. Ed è proprio per tutto questo suo rovistare luminoso tra solitudini, individuali e collettive che Città sola ci somiglia così tanto. Nell’impressione che si ha di quel camminare quasi notturno tra le strade di ogni città possibile. Nella forma di una collettività perduta. Nel riconoscere all’arte – o perlomeno a una certa sua declinazione - una capacità sottile di cura e rammendo delle anime. 

 

19:00 Teatro Vittoria

VIA DEL POPOLO

di e con Saverio La Ruina

Disegno luci Dario De Luca
Collaborazione alla regia Cecilia Foti
Audio - Luci Mario Giordano
Allestimento Giovanni Spina
Dipinto Riccardo De Leo
Amministrazione Tiziana Covello
Produzione Scena Verticale
Organizzazione generale Settimio Pisano
Durata: 80 minuti

 

Via del Popolo, un tratto di strada di una cittadina del Sud che un tempo brulicava di attività: due bar, tre negozi di generi alimentari, un fabbro, un falegname, un ristorante, un cinema… Due uomini percorrono via del Popolo, un uomo del presente e un uomo del passato. Il primo impiega 2 minuti per percorrere 200 metri, il secondo 30 minuti. È la piccola città italiana a essere cambiata, è la società globalizzata. Ai negozi sono subentrati i centri commerciali e la fine della vendita al dettaglio ha portato via posti di lavoro, distruggendo un modello sociale ancora basato sulle relazioni personali. A cu appartènisi, chiedevano i vecchi paesani, a chi appartieni? E dalla tua risposta ricavavano le informazioni essenziali sulla tua identità. Via del Popolo è il racconto di un’appartenenza a un luogo, a una famiglia, a una comunità. Ma quei duecento metri rappresentano anche un percorso di formazione in cui sono gettate le basi della vita futura, dal quale emergono un’umanità struggente, il rapporto coi padri, l’iniziazione alla vita, alla politica, all’amore. E non solo, Via del Popolo è anche una riflessione sul tempo, il tempo che corre ma che non dobbiamo rincorrere, piuttosto trascorrere.

 

 

21:00 Teatro Sybaris

FELICISSIMA JURNATA – prima nazionale – 55 minuti

uno spettacolo di Putéca Celidònia
drammaturgia e regia Emanuele D'Errico
con Antonella Morea e Dario Rea
e con le voci delle donne e degli uomini del Rione Sanità

scene Rosita Vallefuoco

musiche originali Tommy Grieco

suono Hubert Westkemper

luci Desideria Angeloni
costumi Rosario Martone

produzione Cranpi, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, PutécaCelidònia

Vincitore del premio Giuria Popolare - Dante Cappelletti 2021 - Finalista di Forever Young - La Corte Ospitale 2022

Felicissima jurnata cerca di cogliere l’essenza o, forse, l’assenza di vita reale che unisce sul filo della solitudine il basso napoletano e quel che ne resta di Giorni Felici di Beckett.

Dal 2018 Putéca Celidònia vive attivamente il Rione Sanità di Napoli portando il teatro in mezzo ai vicoli bui ed abbandonati.

“Ci è successo, dopo aver gradualmente preso confidenza, di entrare in alcuni bassi (la tipica abitazione al piano terra con ingresso su strada) e di trovare una situazione surreale. Così abbiamo deciso di iniziare un viaggio! Nello zaino abbiamo messo la macchina da presa, il quaderno degli appunti e le domande che il testo di Beckett ci ha mosso, immergendoci nelle storie delle persone che ci hanno sorpreso, rapito e portato su di una strada imprevista. E tra unintervista e l’altra abbiamo domandato loro chi fosse Beckett e nessuno lo aveva mai sentito nominare. Eppure ci sembravano così vicini, così familiari.Il testo è venuto da sé, lo hanno scritto loro: le storie di Assunta, Pasqualotto, Angela e di tutti gli altri sono così pregne da poterci scrivere romanzi per ognuno di loro. Questo testo è anche la storia di una donna di centonove anni C-E-N-T-O-N-O-V-E ANNI che ancora si trucca, che mette lo smalto e “sente” la gente intorno che suona e che canta. Di queste storie si compone Felicissima jurnata.

 

23:30 Protoconvento

DJ SET