Promossa dall’avvocato Giuseppe Barillà, in collaborazione con la Casa della Musica, si è svolta a Laureana di Borrello la presentazione del libro Pentcho di Antonio Salvati. Con l’autore, giudice e ideatore del Festival del diritto e della letteratura-Città di Palmi, hanno discusso gli scrittori Mimmo Gangemi e Santo Gioffrè. Dopo i saluti del sindaco Alberto Morano e del presidente Franco Furci, il dialogo si è incentrato sulle motivazioni e sul contenuto del testo che segna il debutto di Salvati.

«Ho trovato una tecnica narrativa davvero straordinaria – ha detto Gangemi – ancor più significativa perché è davvero raro trovare autori che al debutto dimostrino una così elevata bravura». Gioffrè è rimasto colpito dalla «storia di un viaggio, quello degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, che preconizzavano quello che poi sarebbe avvenuto con la Shoa, trovandoci molte similitudini con la fua disperata che oggi compiono attraverso il Mediterraneo dai migranti».

Non a caso Salvati ha ricordato che gli incassi delle vendite sono utilizzati per finanziare un progetto a favore dei migranti che sbarcano a Lampedusa. L’incontro, impreziosito dagli intermezzi musicali di Maria Tramontana e Daniele Ciullo, è stato anche l’occasione per conoscere da vicino tre autori accomunati dalla scoperta dell’amore per la scrittura – parallelo ai diversi dover professionali che i tre hanno avuto nella vita – e dal fatto di essere cittadini di palmi. Pur provenendo da paesi e città diverse. «Considero la scrittura alla stregua di un lavoro – ha detto Salvati – perché è anche essa totalizzante e non ammette convivenze». Anche Gioffrè ha convenuto sul punto, aggiungendo che «molto spesso il lavoro offre parecchi spunti quotidiani che poi entrano nella scrittura». Su Palmi i tre hanno offerto testimonianze diverse. «Ho un rapporto conflittuale», ha confessato Gioffrè; «Ci sto bene ma preferisco le mie radici aspromontane», ha specificato Gangemi mentre il napoletano Salvati ha detto: «Sono un meridionale e amo tutti i Sud del mondo».