VIDEO | Il volume è stato scritto dal giornalista e scrittore nella seconda metà degli anni Settanta ma pubblicato solo ora, a più di trent'anni dalla sua scomparsa
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A 34 anni dalla sua scomparsa, il grande intellettuale, giornalista e scrittore bovalinese Mario La Cava impreziosisce il panorama letterario nazionale con la sua opera dal titolo “L’amica”, un romanzo scritto tra il 1975 e il 1977 e pubblicato per la prima volta da Castelvecchi editore.
Un folto pubblico ha seguito la presentazione del libro tenutasi a Bovalino, un incontro a cui hanno preso parte lo storico e saggista Piero Bevilacqua, il presidente della Corte d’Assise di Appello di Reggio Calabria Bruno Muscolo e Domenico Calabria, presidente del Caffè Letterario Mario La Cava. Nel corso dell’evento, inoltre, l’attrice Giulia Palmisano ha regalato al pubblico delle letture di alcuni brani tratti dal romanzo.
«Mario La Cava riteneva questo uno dei suoi migliori lavori - ha spiegato Domenico Calabria - purtroppo non è stato facile pubblicarlo quando lo scrittore era in vita (anche a causa delle problematiche di salute di La Cava ndr) ed ancor di più dopo la sua morte, quindi questa operazione è un gran successo perché crediamo nell’importanza della lettura e rilettura dei nostri autori del Novecento».
Il romanzo presentato a Bovalino va ad arricchire ulteriormente il novero di opere dello scrittore che, con le sue pubblicazioni, ha segnato la letteratura italiana del ventesimo secolo; opere come “Caratteri”, “Vita di Stefano”, “I fatti di Casignana”, “Il matrimonio di Caterina” e tante altre in cui Mario La Cava non ha mai nascosto il suo impegno per la difesa dei diritti civili e la libertà di pensiero.
“L’amica” rappresenta «uno spaccato della decadenza morale in epoca fascista, un intreccio di sincerità e di bieco cinismo. L’affresco di un paese costretto a voltare pagina all’improvviso».
Un volume che riempie d’orgoglio la famiglia La Cava, «È un’emozione molto forte, perché dopo davvero tantissimi anni vieni alla luce questo libro meraviglioso che noi, in famiglia, abbiamo vissuto capitolo per capitolo perché, ogni volta che ne scriveva uno, papà ce lo leggeva» ha raccontato con commozione Grazia La Cava.