Sarà sicuramente una Pasqua diversa dalle altre. L’emergenza coronavirus con le limitazioni negli spostamenti e il divieto assembramenti ha costretto  molte famiglie all’isolamento nelle proprie abitazioni. Ma per onorare la tradizione, in molti si stanno cimentando nella realizzazione dei dolci simbolo delle festività pasquali. Un modo in più per addolcire la quarantena. Anche in Calabria, inevitabilmente, i forni rimangono accesi a pieno regime.

Il trionfo delle Cuzzupe

La tradizione dolciaria calabrese prevede un solo ingrediente: la semplicità. Le ricette sono frutto soprattutto della tradizione contadina e pertanto si prevedono poche materie prime.

 Dal Pollino allo Stretto, le “cuzzupe” occupano il posto d’onore nel cuore dei calabresi. Seppur con nomi diversi: a Cosenza i “coculi”, a Reggio Calabria i “cudduraci”, nella Locride la “sguta”. Le varianti hanno un unico denominatore: l’uovo simbolo della Pasqua e la forma ovale (foto QuiCosenza). Questi dolci, preparati ancora oggi dalle massaie del paese in vista della Settimana Santa, rimandano alla cultura greca: dal termine “augotòs” che significa ovale e “Koutsoupon” inteso come cerchio, circolare, rotondo. Qui la variante proposta da Le mille ricette.

Pie e napitelle

Nella Calabria centrale spiccano le napitelle. Si tratta di lunette – tipiche di Catanzaro e Crotone- composte da frutta secca, mandorle e noci. Molto simili, le “pie”, parte integrante della cultura enogastronomica del Vibonese. In questo caso, prediletta la forma rotonda mentre tra gli ingredienti principe: uvetta o marmellata d’uva. Dolci amatissimi preparati non solo come da tradizione ma anche con ripieno al cioccolato. Per la gioia dei più piccoli. Questa ricetta viene curata dal sito cookist.

La riganella dall’Albania

La ricca comunità Arbëreshë offre invece la “riganella o riganata”. È una torta a spirale che simboleggia la rinascita. Proprio per questo è tipica della Pasqua. È giunta in Calabria tra il XV e XVIII secolo. Anche in questo caso, alla sfoglia, s’aggiunge una farcitura a base di noci e uvetta con un pizzico di origano da cui prende il nome. Esiste anche nella variante all’arancia. Molte le analogie con la pitta 'nchiusa, tipica della zona di Cutro ma entrata nel cuore anche dei catanzaresi. Qui la proposta a cura di Gustissimo.it

 

I  fiscotta e ncinetti

Sono diffusi in tutta la Calabria. Gli ‘ncinetti, biscotti ricoperti con glassa di zucchero apprezzati soprattutto nei territori di Vibo Valentia e Catanzaro. Ci sono poi “li fiscotta”, dolci delle Serre vibonesi, da alcuni riconosciuti con “fiscotta d‘ova d’ova” perché impastati con farina e uova. Vengono poi ricoperti con “lu gilieppu” ossia un composti di zucchero e limone oppure con “l’annaspu”, albume montato a neve e limone.

Ecco la video ricetta della Pro loco di Serra San Bruno

Le tradizioni di Feroleto

A Feroleto, nel Catanzarese, ci sono “i fraguni”, realizzati con ricotta, uova, scorza di limone e zucchero. Anche in questo caso, sapori antichi, legati alla terra che riportano indietro nel tempo. Esiste anche una versione salata, molto apprezzata, come riproposta da Giallo zafferano.