E’ un patrimonio di inestimabile valore, da riscoprire e valorizzare, quello archeologico, storico e culturale della città di Vibo Valentia. Nasce da questa premessa il progetto di parco archeologico agro-naturalistico del vibonese Croceneviera promosso dalle archeologhe Anna Murmura ed Anna Rotella, rispettivamente presidente e vice presidente dell’Archeoclub sezione di Vibo Valentia, insieme ai maggiori soggetti istituzionali e associazioni di categoria della provincia, che hanno organizzato una interessante giornata di confronto al liceo Vito Capialbi, arricchita da una visita guidata al museo della città. Uno scambio di esperienze sui parchi pluriculturali per una gestione autosufficiente, innovativa e integrata in grado di coniugare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio archeologico con tutto ciò che da esso ne deriva in termini di turismo e ricadute occupazionali. Un evento nazionale che ha portato a Vibo Valentia accademici, ricercatori, rappresentanti di associazioni e di categoria e operatori museali di diverse regioni d’Italia.

Il contributo del network Lac-Pubbliemme

«Il futuro del parco archeologico di Vibo io lo vedo come fonte di bellezza – ha sottolineato Anna Rotella -, staccato da quelle logiche che lo vogliono utile  me adesso, io lo vedo come una grande possibilità per questo territorio, voglio che lo diventi e in qualche modo ce la faremo». Un progetto ambizioso che gode del sostegno del network LaC - Pubbliemme, rappresentato per l’occasione dalle giornaliste Monica La Torre, in veste di moderatrice, e Rossella Galati, di relatrice. «Un’impegno finanziario notevole - ha rimarcato il Presidente del Gruppo Domenico Maduli, Editore della società editoriale Diemmecom che ha sposato l’iniziativa concedendo un importante contributo finanziario - ma improcrastinabile. I nostri territori vivono una crisi profonda. Per contrastarla è importante dare segnali concreti di attenzione e di cura, che possano contribuire alla nascita d’una mentalità nuova. Non mi stancherò mai di ripetere - ha concluso - che la cultura deve rappresentare uno dei primi volano di sviluppo, per un territorio ricco di potenzialità come il vibonese». L’iniziativa ha registrato inoltre il sostegno del Liceo Capialbi guidato dal dirigente scolastico Antonello Scalamandrè, e di Unindustria Calabria, con il patrocinio di Regione Calabria, Provincia di Vibo Valentia, Comune di Vibo Valentia, Comune di S. Onofrio e Comune di Stefanaconi. Assente ingiustificata la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici della Calabria.

Esperienze a confronto

Dopo i saluti del capitano del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, Bartolo Taglietti, fondamentali i contributi di chi in altre regioni italiane ha saputo ridisegnare l’economia del territorio puntando sui parchi archeologici come fattore di sviluppo, come nel caso del parco di Baratti e Populonia, in Toscana, rappresentato da Marta Coccoluto, coordinatrice del parco: «Noi siamo una società partecipata con i cinque comuni della Val di Cornia. Siamo una Spa e questo garantisce lo snellimento delle procedure, una mentalità imprenditoriale e soprattutto ci permette di fare economia di scala e di agire non come singolo comune ma come territorio». E ancora, a Marco Simeone il compito di illustrare il percorso del Parco sommerso di Gaiola (Napoli); Carla Del Mese, Legambiente Pontecagnano,  l’esperienza degli orti urbani sul Parco Archeologico di Pontecagnano; Francesco Scelza e Maria Josè Luongo, hanno portato invece l’esperienza della gestione del Parco Archeologico di Paestum; Giuseppe Cornacchia, è intervenuto sul  ruolo degli agricoltori nella gestione del patrimonio culturale italiano; Tonino Perna  ha relazionato  sul ruolo dei parchi naturali in Calabria.

Le esperienze calabresi

E dagli esempi virtuosi alle riflessioni sui siti abbandonati che in Calabria richiedono interventi mirati, aspetto sul quale si è soffermato il docente beni culturali dell’Accademia di belle arti di Catanzaro Francesco Cuteri: «Nel caso di parchi abbandonati cosa fare? Innanzitutto crederci, trovare gli strumenti anche economici per garantire il funzionamento dei parchi e cominciare a ragionare sul fatto che ogni parco è come se fosse un individuo che deve ragionare con la propria testa e svolgere in autonomia le proprie azioni». E’ poi intervenuto Franco Aceto, presidente della Codiretti Calabria, su agricoltura e biodiversità; Marco Talarico, sindaco di Carlopoli, sulla realtà di gestione dei terreni intorno all’Abbazia di Corazzo; Maurizio Agostino, Giuseppe Ferraro, Luciano Grillo e Anna Rotella hanno presentato nei dettagli il Progetto di Parco archeologico agricolo e naturalistico Croceneviera, Carmine Lupia, il modello del Parco delle valli Cupe di Sersale; Antonio Perna, per il Parco ludico di reggio Calabria Ecolandia. Molto curata è stato anche l’aspetto grafico con la creazione anche del logo del convegno, un albero dal quale nascono libri ed elementi di architettura classica, ispirato al logo del parco Croceneviera, opera dell’artista di Vibo Valentia Marina Antonio Montesanti.