VIDEO | Al Santuario una tre giorni per fare luce sulle epistole attribuite al patrono della Calabria, con relatori provenienti da tutta Italia. Tra loro monsignor Fiorini Morosini, già correttore provinciale dell’Ordine dei minimi e oggi arcivescovo emerito della diocesi Reggio-Bova
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Suddiviso in tre giornate intense, il convegno sulle Lettere del Taumaturgo (“Tra verità storica e costruzione leggendaria”), organizzato al Santuario regionale dalla Fondazione San Francesco di Paola Onlus, e patrocinato - oltre che dalla Basilica del patrono - anche dal ministero della Cultura, si è rivelato un’occasione imperdibile per conoscere aspetti inediti della vita del patrono di Calabria.
Partecipata da relatori illustri e cattedratici affermati, la rassegna si è sviluppata nell’arco di vari appuntamenti, durante i quali la figura del taumaturgo è stata al centro di interventi volti a far luce sulla valenza delle dimensioni politiche e diplomatiche raggiunte, a suo tempo, dall’eremita paolano.
La prima sessione dei lavori, intitolata "Le Lettere di S. Francesco di Paola", è stata l’antipasto con cui – nella sala congressi ricavata sotto la nuova aula liturgica del convento - l’ex correttore provinciale, oggi arcivescovo emerito della diocesi Reggio Calabria-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, ha dato il suo benvenuto ai tanti convenuti che, da ogni parte della Calabria e d’Italia, hanno preso parte all’evento. Successivamente è stata la volta degli storici Pietro Dalena e Antonio Macchione, che hanno disquisito su alcune lettere intercorse con Simone D’Alimena.
Nei giorni seguenti il convegno si è spostato nella biblioteca “Charitas”, dove hanno avuto luogo gli incontri con altre personalità che hanno dedicato i propri studi alla vita del poverello di Paola. Tra questi il prof Giuseppe Caridi, il prof Alessio Russo, il giovane chierico dei Minimi, fra Fabrizio Formisano, e l’archivista padre Paolo Raponi. Nel corso degli interventi, sono stati richiamati alcuni importanti studi del compianto padre Rocco Benvenuto (già correttore provinciale dell’Ordine) e del prof Michel Laurencin (recentemente scomparso anch’egli) che, invitato a relazionare proprio per il convegno in questione, avrebbe dovuto condurre un intervento su tematiche legate al periodo francese di San Francesco.
A partire dalle lettere, autentiche o attribuite al Santo, l’attenzione dei presenti è stata concentrata sulle vicissitudini del periodo storico nel quale il taumaturgo è vissuto, sui problemi politici tra il Regno di Napoli e la Santa Sede, sui rapporti dell’eremita paolano con la famiglia Sanseverino, cui all’epoca appartenevano i principi di Bisignano e i conti di Corigliano Calabro, fino a gettare nuova luce sull’affiliazione spirituale all’Ordine dei Minimi, concessa direttamente da Francesco ad alcuni suoi contemporanei.
Sempre nella biblioteca “Charitas” si sono svolte l'ultima sessione e le conclusioni del convegno, dove il prof Rosario Quaranta ha carpito l’interesse dei presenti con una relazione sulla dimensione spirituale di San Francesco, sulla sua vicinanza verso i piccoli e i grandi del tempo.
A padre Pasquale Triulcio, dell’istituto religioso dei Piccoli Fratelli e Piccole Sorelle dell’Immacolata (fondato a Bagnara Calabra, nel 2001, da padre Santo Donato), è toccato infine concludere la rassegna, che oltre a quella religiosa, ha fatto emergere le dimensioni politica e diplomatica di San Francesco. «Questa tre giorni di studi – ha detto il religioso a chiusura di intervento - è un vero input affinché la ricerca delle, e sulle, fonti Minime non si arresti nel tempo. Si auspica, a tal proposito, che ci si metta nella giusta continuità con le ricerche portate avanti da monsignor Morosini e dal compianto padre Rocco Benvenuto. Dalle lettere esaminate - ha concluso padre Triulcio - Francesco risulta essere non solo un difensore dei poveri, ma anche un importante baricentro diplomatico tra Papa Sisto IV, Luigi XI e Ferrante d’Aragona. Discepolo e maestro insieme, Francesco di Paola è un vero “uomo storico”, così come inteso dallo storico Arrighi Renè, che “soffre e con nobiltà continua a sperare”».