A 517 anni dalla morte, nel giorno dedicato alla celebrazione del pio transito avvenuto nel 1507, che solo per la frequente concomitanza con la Quaresima non viene vissuto come festa patronale compiutamente intesa, Paola e la Calabria hanno onorato San Francesco, trascorrendo al Santuario l’intera giornata, durante la quale si sono tenute diverse messe e momenti di preghiera, culminati nella processione dalla vecchia basilica alla nuova aula liturgica al seguito della sacra reliquia del Cranio del taumaturgo, che è stato  infine posizionato dinnanzi all’altare dove monsignor Stefano Rega, in virtù della recente proclamazione a vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea,  ha officiato la celebrazione eucaristica che ha concluso la liturgia del 2 di Aprile.

«Sono qui - ha detto monsignor Rega - come uno dei tanti pellegrini, venuto per affidare al Signore, attraverso San Francesco, la diocesi, i sacerdoti, i seminaristi, le vocazioni e tutta questa bella terra di Calabria. È bello avere un Santo patrono così forte e così ricco di esperienza come San Francesco di Paola, che ci insegna la carità, l’amore, l’accoglienza».

Fiumi di fedeli

Alta è stata la partecipazione dei fedeli, accorsi in Santuario a testimonianza di un credo che è il più diffuso al mondo e che, tra meno di un mese, vivrà il suo momento topico nei primi quattro giorni di maggio, quando i diversi patronati del Santo saranno celebrati in tutta la loro importanza.

Nel corso dell’ultima funzione della giornata, il Correttore provinciale dell’ordine dei Minimi, padre Francesco Maria Trebisonda, alternandosi al maestro Valentina Occhiuzzi, ha accompagnato all’organo il canto dei Vespri, magistralmente interpretati dal coro diretto da Sonia Berardi.

«Ci siamo preparati alla Santa messa - ha detto il Provinciale -  ma nell’ottava della Pasqua ogni sera qui è così, ogni sera cantiamo i Vespri e ci prepariamo alla messa vespertina. È un’esperienza suggestiva, da vivere e da diffondere».

Padre Trebisonda, esprimendo gratitudine al vescovo Rega, ha evidenziato il valore del messaggio tramandato nel corso della messa, perfettamente in linea con quello del fondatore dell’ordine dei Minimi. «Quella di sua eccellenza è stata un’omelia molto eloquente. Ha richiamato alla pace, di cui c’è tanto bisogno a grandi ma anche ai piccoli livelli. La pace, prima di tutto nel cuore di ciascuno di noi, poi la pace nelle famiglie, la pace nella nostra società, l’umiltà e la carità, che sono le caratteristiche che sintetizzano un po’ tutto il messaggio e la vita del nostro grande Patrono».

«La festa del 2 Aprile - ha concluso il Correttore provinciale dell’ordine - possa essere un trampolino di lancio per vivere come è vissuto San Francesco, quindi un uomo profondamente innamorato di Gesù Cristo, profondamente trasformato dalla Pasqua di Gesù, Lui la viveva ogni giorno e proprio in questa Pasqua che Lui viveva ogni giorno ha voluto innestare il suo carisma, la sua spiritualità, che ancora oggi  parla di continua conversione e di Amore, verso il prossimo soprattutto».

Il primo cittadino Giovanni Politano, presente insieme alla giunta e al presidente del consiglio comunale, al termine della messa, ha confidato l’emozione vissuta al suo primo ritorno, da sindaco, all’atmosfera unica che in primavera si respira nel fulcro della spiritualità calabrese.

«Non ci si abitua mai - ha detto Politano con indosso la fascia tricolore - essere qui oggi, a nome dei miei concittadini, è una responsabilità che avverto in tutta la sua intensità».