Molti conoscono Belmonte Calabro per la produzione d’eccellenza dei pomodori: il “Cuore di Bue” e il “Gigante”, ideali per le insalate estive. Ma quanti sanno, invece, che proprio nell’entroterra del borgo, lungo il Tirreno Cosentino, ed esattamente in contrada Palombelli, dove un tempo abitavano oltre 150 persone, oggi, per via dell’emigrazione storica, sono rimasti appena 13 abitanti? E quanti sanno che proprio in queste terre, a scandire il ritmo della quotidianità non sono soltanto le antiche tradizioni che contraddistinguono le produzioni agricole, ma i piccoli grandi gesti che cementano i rapporti e la solidarietà umana tra le persone?
Ecco, proprio qui, si perpetua la lunga storia d’amore dei coniugi Carmine Conforti e Anna Metallo, sposati da 47 anni, che da sempre hanno condiviso la passione per la creazione di cesti in vimini, tecnica artigiana un tempo considerata una vera fonte di guadagno perché utilizzata per i vari usi domestici (dal setaccio per il grano all’essiccazione dei pomodori e dei fichi per finire alla stagionatura dei salumi).

Oggi, per via dell’industrializzazione e del ricorrente uso della plastica nel produrre i vari tipi di contenitori, la vendita dei vimini si è più che dimezzata anche se Carmine e Anna continuano a mantenere vivo l'antico mestiere per cercare di evitarne l'estinzione. La storia del loro amore si incrocia proprio con quella del lavoro. Anche oggi continuano infatti a realizzare vari tipi di cesti utilizzando sette diversi materiali: il rovo, la paglia, due varietà di giunco, verghe di castagno, la canna e il saracchio (chiamato in Calabria “putamu”). La produzione non è affatto semplice ma frutto di una grande abilità e precisione nell’intrecciare la materia prima, un'abilità che puoi acquisire con il tempo soltanto quando «si è veramente animati da passione viva», dice Anna. Per realizzare un cesto servono oltre 5 ore continue, in posizioni impegnative (bisogna stare seduti e curvi) al punto che il giorno successivo bisogna mettere in conto di dover sopportare forti dolori a schiena e mani.

Oggi, purtroppo, c’è minore rispetto e considerazione per l’artigiano, la cui professionalità viene mortificata al momento della vendita delle creazioni, salvo poi sentir dire, in ogni casa, «i cesti di una volta erano più belli e buoni di quelli di oggi». Una frase pronunciata a mezza voce in ogni famiglia che restituisce, questa sì, dignità e valore all’arte di Carmine e Anna, artigiani senza tempo legati al loro amore lungo mezzo secolo.