Con il megafono, ogni giorno, il religioso recita preghiere dalla sua abitazione di Laurignano a poca distanza da Cosenza
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«Il farmaco più potente che ci sia è la preghiera». Lo dice all'agi padre Fedele Bisceglia, che ogni giorno, alle ore 15, prende il megafono e recita il Rosario dal balcone dell'abitazione in cui sta trascorrendo il periodo di isolamento, come decretato dal governo, a Laurignano, a poca distanza da Cosenza.
«Io non mi muovo di qui, al massimo scendo un attimo a prendere il giornale - dice il religioso - e poi passo la giornata a scrivere e a pregare». Il Rosario recitato dal suo balcone ha un vasto seguito: in tanti si affacciano alle finestre della zona, in tutta la vallata, fin dove arriva il suono della voce di Padre Fedele, che invita alla preghiera e alla speranza.
«Sono un medico missionario specializzato in medicina tropicale e durante i miei 50 anni di Missione in Africa ho visitato e toccato a mani nude, senza precauzioni, tutti gli ammalati, specialmente i lebbrosi, - dice Padre Fedele - ma fortunatamente il Signore mi ha protetto da ogni contagio. È un miracolo? Non lo so, ma è stato così». E poi ricorda che attende di poter tornare a celebrare la Santa Messa. Il religioso fu coinvolto in una vicenda di presunti abusi sessuali, ma ne uscì con la piena assoluzione.