P“La terra nella quale centinaia di persone restano per ore sedute, in assoluto silenzio a sentir parlare di libri e di bellezza, non sarà mai perduta! Premio Letterario Caccuri 2023, la Meraviglia”. 
È un bellissimo post di Facebook del sindaco di Caccuri, Marianna Caligiuri, a conclusione della 12ª edizione del Premio Letterario Caccuri.

Olimpio Talarico è  uno scrittore vero, anche di successo, ed è tra gli ideatori del Premio Letterario che è oggi uno dei più prestigiosi d’Italia.

Venerdì sera Caccuri ha reso omaggio al suo concittadino, docente da anni a Bergamo, dedicandogli il “Percorso Letterario” ideato dall’Associazione Culturale "ARTE in Gioco" che da anni si occupa della rivitalizzazione del centro storico.
Molto soddisfatto Olimpio: «un regalo, un dono inaspettato. Vedere 35 mattonelle con le frasi tratte dai miei 6 romanzi distribuite sui muri di case e palazzo del centro storico di Caccuri è stata un'emozione indescrivibile. Permettimi di ringraziare l'associazione Arte in Gioco che ha voluto fortemente che tutto questo avvenisse».
Caccuri è un piccolo e suggestivo borgo dell’alto crotonese. Un piccolo Borgo che ha fatto un miracolo, inventando un premio letterario che è diventato un grande festival dell’arte, la cultura, l’ambiente, la musica, la poesia. Un grandissimo evento nazionale. Grazie all’Accademia dei Caccuriani con il suo instancabile presidente Adolfo Barone e i due vicepresidenti Olimpio Talarico e Roberto de Candia.  E insieme tanti volontari che ci lavorano per un anno intero, gli sponsor privati, le istituzioni pubbliche ai vari livelli, le associazioni. 

Tutti si chiedono come sia stato possibile arrivare a questi risultati. 
«È stato possibile grazie alla a volontà,  capacità, amore per la propria terra e soprattutto perché un'intera comunità ha creduto a un sogno».

L’ultima edizione vinta da Cacciari è stata veramente un gran successo. Per Olimpio Talarico qual è quella che si può considerare la più riuscita?
«Non perché l'ultima, ma credo sia proprio questa, per qualità degli autori, degli ospiti, per la presenza di un pubblico numeroso e attento arrivato a Caccuri da tutta Italia».

Il Caccuri non è solo letteratura: i temi spaziano dalla scienza all’economia, fino ai grandi temi sociali e dell’attualità. Tanta roba, livelli altissimi. Ora però bisogna guardare al futuro del Premio 

«lo stiamo già facendo. Succede sempre così,  il giorno dopo la proclamazione del vincitore si comincia a pensare alla successiva edizione».  

Anche ‘Avrei voluto scriverti cantando’, l’ultimo romanzo di Olimpio Talarico, sta andando benissimo. È in decine di piazze per altrettante presentazioni 

«Decine di presentazioni in tutta Italia, tanti riconoscimenti ed apprezzamenti. “Avrei voluto scriverti cantando” sta entrando nei cuori dei lettori e la cosa non può che farmi piacere.  In fondo si scrive per essere letti»

Ferruccio de Bortoli ha candidato Olimpio al Premio Strega 2019 con il romanzo Cosa rimane dei nostri amori.
 «Che è al momento quello che mi ha dato maggiori soddisfazioni, per il successo nonostante fosse un romanzo uscito in piena fase covid e soprattutto per la candidatura al Premio Strega».

Probabilmente Olimpio Talarico avrà già in testa il suo prossimo romanzo. Si tratta solo di decidere quando avviare il computer. «Certo, funziona sempre così. i romanzi, le vicende, sono sempre fra i pensieri di uno scrittore che non si ferma mai, macina storie,  disegna personaggi».

Innamorato di Caccuri e della Calabria, ma costretto a vivere nel profondo Nord. È dura per tutti, ma non per uno come Olimpio che vive la condizione della lontananza in maniera molto intelligente.

«Non è affatto dura. È anzi arricchente, perché questa condizione mi offre ulteriori punti di vista e la vita deve essere affrontata, guardata e amata da piedistallo differenti. E poi da lontano tutti gli amori si arricchiscono, continuano a vivere».
Un visione forte e per certi aspetti inedita, quest’ultima. Ma lo scrittore Olimpio Talarico ha saputo trovare un perfetto equilibrio fra il suo grande amore per la Calabria e la sua Caccuri e la necessità di vivere e lavorare fuori. Perché questa, in fondo, è l’eterna condizione dell’uomo che ha sempre bisogno di vivere nuove emozioni. Ancor di più se è uno scrittore. Un bravissimo autore come Olimpio Talarico.

La chiacchierata con Olimpio nella sua bella e accogliente Caccuri, tocca il tema della Calabria, una terra che si sta spopolando. I centri più piccoli stanno morendo. I giovani fuggono via. Con il gravissimo rischio che sarà un futuro difficile per questa nostra terra
«È veramente un momento difficile. Credo che bisogna trovare delle soluzioni. La mia è quella della cultura, della letteratura, delle storie, della conoscenza e della importanza delle radici».

Per iniziativa dell’associazione “Arte in Gioco”, a conclusione del Premio letterario sono state affisse 35 mattonelle in alcuni tratti tra i più suggestivi del centro storico di Caccuri. Su ogni mattonella sono stati riportati stralci tratti dai 5 romanzi di Olimpio Talarico.

Olimpio Talarico mi saluta con una commovente riflessione: «Quando scrivo sento il bisogno di ritrovarmi nei luoghi che mi appartengono, quelli a me più familiari. È questo un modo per far rivivere le anime delle persone che ci hanno lasciato» .