Nasce a Cosenza il Polo per la Digitalizzazione di beni librari antichi e manoscritti. È considerato una risorsa per l'intero Mezzogiorno, è il primo in Calabria e sorge nell'ambito del Centro di Alta competenza connessioni, già operativo nel campo della Digitalizzazione dei Beni culturali. I dettagli sono contenuti in una nota stampa nella quale si specifica che il «Polo si avvale di tecnologie di ultima generazione anche mobili, in grado di digitalizzare e catalogare fondi librari, secondo gli standard dettati dall'Iccu - Istituto centrale per il catalogo unico e repertorio bibliografico».

A volere l'istituzione del Polo è stata la Fondazione culturale "Paolo di Tarso" di Roma esperta di settore e nata nel 2003 sotto l'egida della direzione generale dei Beni Librari e Istituti culturali del Ministero dei Beni culturali, oggi Direzione generale biblioteche e diritto d'autore. L'idea del Polo è di Fabio Gallo che ne assume la direzione in quanto direttore del Centro di Alta Competenza Connessioni. «L'istituzionale del Polo - ha dichiarato Gallo - nasce dall'esigenza di conciliare la necessità che ha l'Italia di porre in sicurezza migliaia di archivi, tra i quali moltissimi di pregio, per preservarne la memoria, con quella di creare lavoro specializzato e attento alla conservazione e valorizzazione dei Beni librari antichi e dei manoscritti».

Il Polo è già operativo e in soli dieci giorni ha già digitalizzato e catalogato oltre 120 mila carte antiche. Sei, al momento, gli esperti formati e attivi nel Polo all'interno del quale è stata allestita anche la strumentazione con la quale è stato digitalizzato in Vaticano l'archivio di Musica Sacra della Basilica San Giovanni in Laterano sede legale del romano Pontefice, custodita dal Capitolo Lateranense. Una tecnologia in grado di cogliere dettagli in altissima risoluzione rispettando l'idea di sfoglio del libro degli studiosi. Il Polo si presenta per essere una risorsa per l'intero Mezzogiorno. Intanto dalla Capitale l'archivio della suggestiva chiesa di Santa Maria Odigitria in Via del Tritone, nota per essere chiesa dei siciliani, ha già chiesto le attività del Polo per digitalizzare oltre cinquecento anni di storia e beni librari di pregio.