«Il 6 giugno di 11 anni fa mio figlio è stato colpito da un proiettile vagante e ancora oggi porta i segni. C’è voluto molto coraggio per dire no alla mafia e chiedere giustizia in tribunale. Nonostante tutto non sono andata via da Melito Porto Salvo perché sono convinta che la Calabria non è abitata solo da gente mafiosa. Sono i mafiosi a dover andare via. E col nostro coraggio li dobbiamo mandare dietro le sbarre. Ho combattuto a 360 gradi. In tribunale e in ospedale. Sono sempre convinta che il cambiamento di questi mafiosi passa dalle donne, madri e mogli. I figli dei mafiosi non vanno isolati». E’ questo il messaggio di resurrezione che Stefania Gurnari, mamma di Antonino, ha deciso di lanciare dai microfoni della sala “Alvaro”: l’angolo culturale del Motorshow dei 2 mari che si sta svolgendo nell’area portuale di Saline Joniche. Stefania Gurnari è una donna che non ha abbassato lo sguardo neanche di fronte a chi ha attentato alla vita di suo figlio senza chiedere vendetta ma giustizia. Dopo di lei al microfono si sono alternate altre donne forti e coraggiose come Silvana Ruggiero che, da mamma e assessore comunale a Bagnara, sta portando avanti una battaglia per migliorare la vita dei suoi figli e di quelli di tanti calabresi che sono chiamati a fare i conti con la disabilità.

«Dalla sofferenza ai progetti di speranza - ha detto Silvana Ruggiero - con l’impegno sociale ho dato forza ad altre mamme. I diritti non si chiedono, si pretendono, questo ho insegnato ai genitori. Nel libro della speranza ho visto la mia vita imbandita con piatti amari. La scelta era morire di fame o mangiare e aspettare il dolce. La persona disabile è un ricevitore di handicap. La disabilità non è un limite. Non possiamo rifiutare che il dolore ci venga incontro. Aiuto gli altri e sento che ilmio più che un dolore è amore per l’umanità»Una lezione d’amore che la Ruggiero ha lanciato al Motorshow per poi lasciare la parola a Cinzia Nava presidente della Cpo regionale: «Come persona con disabilità, da piccola ho deciso che non volevo essere una persona invisibile ma dovevo essere ben visibile. Per me è stato un onore quando il presidente del Consiglio Nicola Irto mi ha nominato sottolineando che finalmente arriva una donna che al posto dei tacchi ha le 4 ruote. Ho potuto dar voce a coloro che avevano diritti negati. Nella cpo la mia forza è la mia tenacia. Non è stato facile per una persona normodotata».

Come Silvana e Stefania di mamme pronte a tutto per tutelare la salute e i diritti dei propri figli ne sono intervenute tante ma a dare una prima risposta istituzionale è stata Giusy Massara vicepresidente della Commissione Pari Opportunità dell’area metropolitana.

«Ringrazio gli organizzatori per aver inserito questo tema che celebra la parte migliore della Calabria quella laboriosa. Siamo delle corritrici. La Cpo partecipa ascoltando le difficoltà di donne guerriere che nella dignità, compostezza e fierezza affrontano i disagi. Sentiamo come donne in primis i vostri disagi. Vediamo la forma di invisibilità perché mancano dal dibattito progetti per queste donne».