I ragazzi ospitati nel Centro di accoglienza straordinaria della Fondazione Casa San Francesco d'Assisi protagonisti di storie drammatiche ma al contempo piene di speranza raccontante attraverso il linguaggio dell’arte
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“Mare rosso” è un progetto di Domenico Bongiorno, coordinatore delle attività artistiche e culturali, per la Fondazione Casa San Francesco di Cosenza. Domenico è un ragazzo che fa tutto con passione. È uno spirito sincero e pulito che soffre nel vedere gli altri soffrire. E si mette a disposizione del prossimo, di chi soffre, dei ragazzi, dei migranti. E ci spiega così le ragioni del suo progetto “Mare Rosso”: «È un progetto artistico e culturale con lo scopo di riflettere su una tematica tanto grande quanto drammatica: il mare, la speranza che rappresenta per tanti uomini e donne, ma anche la sua spietata ira che toglie non sono la speranza ma anche la vita. Rappresenta vita, speranza, futuro, eternità, ma l’uomo ha trasformato il mare in una trappola mortale; un mare rosso, di un rosso sangue, sta togliendo la vita a migliaia di persone, tanti ragazzi, tanti bambini».
Il progetto “Mare rosso”
Nell’idea di Domenico il progetto mira a donare libertà artistica ed espressiva di ragazzi stranieri richiedenti protezione internazionale, ospitati nel Cas (Centro di accoglienza straordinaria) della Fondazione Casa S. Francesco d'Assisi di Cosenza. Loro stessi si ritrovano ad essere protagonisti di storie drammatiche e piene di speranza, storie da raccontare in un linguaggio unico ed universale che è proprio quello dell’Arte: «”Mare Rosso” prevede una serie di incontri artistici che si vanno ad inserire nei Laboratori artistici in cui saranno ospitati artisti del panorama cosentino che hanno dato il loro consenso per partecipare attivamente a questa causa solidale che guiderà il progetto. Nel primo incontro, è stato Riccardo Magaró, scultore e pittore di Castiglione Cosentino, a far conoscere la sua arte ai ragazzi».
Si tratta praticamente sempre di ricordi, dolorosi e drammatici, sensazioni tragiche e profonde che si sono trasformati in colori scuri e contrastanti, in linee e pennellate che delineano onde e cieli. Blu, bianco, rosso, nero, colori che si plasmano sulle tele senza regole e senza filtri, la vera essenza dell’arte come espressione incontrollata di sentimenti ed emozioni. «C’è chi ricorda il cielo stellato durante la sua notte in mare, c’è chi ricorda le acque fredde in cui ha nuotato per mettersi in salvo, c’è chi ricorda un mare crudele e feroce che ha spezzato il suo barcone, lo ha fatto affondare e ha portato con se 45 fratelli ormai senza vita».
L’entusiasmo dei ragazzi ha dato l’energia giusta per partire con un progetto all’insegna dell’arte e dell’accoglienza, un progetto che si dimostra di grande valore etico e soprattutto morale.
Come dice uno di loro, Issa: «Viviamo in un mondo decorativo e l'arte è una delle cose più belle e influenti della nostra generazione. Faremo del nostro meglio per far emergere un'immagine perfetta».
Le storie dei giovani migranti
Domenico ha potuto verificare come: «Non manca mai la commozione negli occhi dei ragazzi che ricordano le loro storie e di chi li coordina che le ascolta, ma ci sono anche tanti sorrisi, sorrisi di fratellanza e ospitalità, sorrisi che rassicurano i loro incubi passati, ormai affondati in quel mare rosso, rosso sangue».
Un progetto di straordinaria importanza e di grande valore sia dal punto di vista umano, che culturale. Si tratta di iniziative che magari sfuggono nella drammatica storia dei rifugiati, dei migranti, di coloro che arrivano con i barconi alla ricerca di una speranza ma che troppo spesso incontrano la morte. “Mare rosso” di Domenico Bongiorno ha saputo così dare un sorriso a questi ragazzi, del tutto innocenti, che si trovano vittime di pregiudizi, di campagne di veleno, di indifferenza. Nei luoghi in cui sono accolti, questi ragazzi hanno trovato serenità e pace. Cose che loro avevano completamente dimenticato.