È un fascino senza tempo quello che accoglie i visitatori al Musaba, il parco di arte contemporanea ai piedi dell'Aspromonte. Un luogo dove dal 1969 forme e colori danno vita al museo a cielo aperto dell'artista calabrese Nick Spatari, scomparso tre anni fa, e della moglie olandese Hiske Maas. Da allora è lei a guidare la fondazione privata che lo gestisce nell'indifferenza, dice, degli enti pubblici, partendo dal governo regionale fino all'amministrazione comunale: «La Regione Calabria non esiste, gli enti pubblici non hanno mai fatto nulla per noi. Mi domando perché questa regione non si sveglia. Il presidente Occhiuto è stato qui, l'ho sollecitato ma risposte concrete zero. Il Comune di Mammola non esiste neanche. Non abbiamo nemmeno una strada decente, è un disastro, non vogliono intervenire. Realizzano strade per tutti tranne che per il Musaba, questo è il problema. Noi siamo autonomi in tutto, ogni lavoro che realizziamo lo facciamo a spese nostre».

Un tesoro da scoprire

Difficoltà a parte, la magia a colori del museo di Santa Barbara di Mammola, che negli anni ha attirato prevalentemente flussi turistici stranieri, da qualche decennio ha catturato anche l'attenzione dei calabresi: «I calabresi si stanno svegliano, ci hanno messo qualche secolo ma ora ci sono arrivati» racconta sorridendo la signora Maas. «Noi veniamo da Celico, è la prima volta che visitiamo il Musaba e non immaginavamo di trovare tutta questa bellezza» è il commento di una comitiva. «Si percepisce un senso di estrema bellezza – dice un giovane visitatore -. ed è molto interessante sapere che un posto del genere sia in Calabria». «Dovrebbe essere maggiormente pubblicizzato – aggiunge una turista cosentina -. Io ne sono venuta a conoscenza grazie a mio cognato che mi ha reso edotta di questo bellissimo posto. Ed è un peccato perchè luoghi del genere dovrebbero essere promossi come si deve».

Il monito ai giovani

Infine il pensiero di Hiske Maas è rivolto alle giovani generazioni: «Il invito sempre i ragazzi delle scuole che vengono a farci visita a cambiare il sistema, è inutile andare all'università se non si è portati. É importante riprendere invece i vecchi mestieri. Io ricordo quando negli anni '60 giravamo la Calabria con Spatari a bordo di una 500 scassata che ci aveva prestato un amico, era pieno di artigiani che sapevano fare di tutto e di più, la gente era felice e stava bene. Oggi invece non c'è più nessuno. Sarebbe bello recuperare le zone rurali abbandonate e ripartire dall'agricoltura così come sta avvenendo in diverse zone d'Italia».