‘LuceFest’ nasce nel 2020 nelle piacevoli serate primaverili dove una semplice passeggiata tra amici si è tramutata in un sogno concreto di rigenerazione e bellezza. 

Ed ecco uno di quegli amici, Francesco Alberto, che ci racconta com’è nata quella idea.
«Eravamo alla ricerca di una chiave di volta per dare nuova vita al nostro amato luogo natìo, San Pietro Magisano. Così si è giunti all'idea maestra che era quella della bellezza, del colore, dell' effetto "wow", dell' arte».

Una bella idea, ma non è stato per niente facile realizzarla, soprattutto in un piccolo borgo.
«Eravamo con pochi mezzi a disposizione e le restrizioni dettate dal Covid, ma armati di coraggiosi impeti. Così portiamo a termine la prima edizione. I positivi segnali di ritorno ci convincono, più di quanto non lo fossimo già, a proseguire il cammino cercando sempre di alzare l'asticella e mirando ad obiettivi orgogliosamente ambiziosi».

Eccoci ad oggi…
«Oggi soddisfatti, al termine della quinta edizione di questo Festival di rigenerazione che per 11 giorni ci riempie di buone vibrazioni e ci mostra un'idea di "possibile" che non deve mai domarsi».

A San Pietro di Magisano, 350 abitanti, in provincia di Catanzaro, è nato il regista Gianni Amelio.
«Sì, il premiato regista Gianni Amelio è figlio di San Pietro Magisano ed è, infatti, rappresentato in alcune opere del Wow Museum (museo a cielo aperto). Wow è sia l'effetto che desideriamo scaturisca nello spettatore, sia l'acronimo di Walk On Wonders (cammino nelle meraviglie)».

LuceFest ha subito brillato. Con un successo straordinario già dalle prime edizioni.
«La rapida crescita della struttura del festival credo sia direttamente proporzionale all'impegno profuso durante l'anno nella progettazione, nell'idea, nello strutturare ciò che poi diverrà il vero e proprio programma della kermesse».

E non c’è solo l’arte pittorica.
«Oltre all'arte pittorica LuceFest è musica, è letteratura, è accoglienza, è toccare con coraggio temi scottanti e tanto altro; per fare sì che ciò avvenga nel miglior modo possibile c'è bisogno che la macchina organizzativa non si arresti mai durante l'anno».

Da un piccolo comune, LuceFest diventa poi una manifestazione di grande interesse. Ora bisogna pensare ai prossimi obiettivi.
«Nel corso delle varie edizioni LuceFest ha ospitato artisti da ognuno dei 5 continenti, favorito progetti Erasmus giovanili grazie ai quali oltre 60 ragazzi di oltre 10 nazionalità diverse hanno potuto fare uno scambio culturale utile, altresì, ad accorciare le distanze tra la Calabria ed il resto del mondo. È chiaro che gli obiettivi futuri riguardino il continuo miglioramento degli standard qualitativi, il non perdere mai la rotta che ci ha guidati finora e che comprende l'inneggiare alla bellezza ed alla cultura».

Un punto di forza sono i murales. E addirittura un vostro murales è stato selezionato come il più bello del mondo per il mese di settembre 2023 nell'ambito degli Street Art Awards.
«Ebbene i murales sono la vera anima di questo festival, anche quando quest'ultimo finisce loro rimangono a farci compagnia volenterosi a farsi osservare dal visitatore. L'opera dello street artist padovano Tony Gallo, oramai fratello adottivo di LuceFest, "Chilla de papere", ci ha portati sulla vetta del mondo per settembre 2023 sulla piattaforma Street Art Cities. LuceFest è un punto di riferimento internazionale nell'ambito della street art muraria, grazie all'opera dei grandi nomi che hanno lasciato la loro firma qui da noi».

Il volontariato è la vera forza di LuceFest.
«Il volontariato è il vero motore di tutto, la comunità cooperativizza con l'associazione, donando affetto e pratico sostegno alla riuscita dell'evento. Il lavoro che c'è dietro è veramente faticoso e senza le braccia ed il calore dei non associati non potrebbe essere sostenibile. Ringraziamo a gran voce ogni mano che ci viene tesa».

In Calabria non c’è niente. In Calabria non si fa niente. Lo sentiamo dire continuamente. Eppure ogni mese si registrano decine di iniziative culturali e artistiche, sono attive centinaia di associazioni, ogni comune organizza attività di particolare livello.
«In Calabria c'è tanto invece. Ci potrebbe essere di più, certo, ma abbiamo storia, natura, racconti, orgoglio, belle ed impavide associazioni che urlano per farsi sentire. Peccato che spesso facciamo fatica a riconoscerle e ad ascoltarle quelle urla, preferendo creare vittimismo e non feconda rassegnazione. Pretendere una Calabria migliore è un imperativo, ma iniziamo a lavorare concretamente per renderla accattivante».

Ma purtroppo siamo totalmente dediti alla lamentazione.
«Limitarsi alla lamentela è una terribile perdita di tempo, tempo che potrebbe essere utilizzato in pratiche azioni di miglioria del tessuto sociale che si vive. Guardare con nuovi occhi al problema facilita di gran lunga la risoluzione».

Ma lo spopolamento rischia di uccidere i sogni di una terra meravigliosa.
«Potrei stare qui a discutere lungamente sulle cause molteplici che fanno la Calabria terra di emigrazione, rischierei di perdermi nell'anticapitalismo e non rispettare il focus della domanda. Allora mi piace soffermarmi su chi la abita questa terra meravigliosa e su chi ama sempre fare ritorno seppur le personali vicissitudini lo abbiano portato lontano. La restanza, citando con grande rispetto Vito Teti, è nel sangue dei calabresi; alimentiamola sempre facendo sì che ciò che ci spinge ad andare via non vinca mai su ciò che ci fa tornare».

Francesco Alberto è vicepresidente dell'associazione "Luce a San Pietro" e direttore organizzativo del LuceFest. Musicista da 25 anni con le bande da giro del sud Italia e della Street band "Orkestrana Orkestra". Una vita spesa nel volontariato con l'impellente bisogno di dare qualcosa al paese natio, San Pietro Magisano, all'intero comprensorio presilano catanzarese, all’amata Calabria!