Quasi 2.400 presenze nei soli due mesi di luglio e agosto. La stagione estiva del Parco Archeologico Nazionale di Locri si chiude consegnando incoraggianti segni di ripresa e buoni riscontri in termini di pubblico. Dal 6 luglio scorso, infatti, giorno della riapertura del sito, il Parco archeologico è stato al centro di una ricca programmazione di eventi diversificati, frutto di una proficua collaborazione con tutte le forze del territorio. Lo scopo era quello di incoraggiare i visitatori a ritornare nei luoghi della cultura, superando le resistenze anche psicologiche prodotte dal lungo periodo del lockdown. E i numeri parlano, finalmente, di un lento ritorno alla normalità. 

I numeri

«Si tratta di risultati davvero molto significativi se si pensa che in tutto il 2020 le presenze sono state pari a 3.000 - ha commentato la direttrice Elena Trunfio - I nostri Musei vivono un periodo complesso, derivato dalla pandemia e dalla mancanza di personale - ha proseguito – ma questa situazione, seppur problematica, ci spinge a mettere in campo tutte le nostre migliori forze, favorendo sinergie virtuose. Sentiamo che nella gente c'è la voglia di ritornare nei Musei e la parola che ci guida è “apertura” non solo in termini di fruizione ma, soprattutto, di collaborazione con le forze attive del territorio per diversificare la proposta culturale».

Si pensa già all'autunno

Chiusa la stagione estiva, sono già in cantiere diverse altre attività che animeranno per tutto il periodo autunnale il circuito dei luoghi della cultura locresi, quali ad esempio le Giornate Europee del Patrimonio, in programma il 25 e 26 settembre, ma, soprattutto, si sta lavorando alla prossima inaugurazione del nuovo Museo Archeologico, il luogo più caro ai visitatori. «Una serie di interventi andrà a migliorare l’accessibilità di questo sito – ha rimarcato la direttrice - per garantire a tutte le categorie di utenti di poterlo visitare. Inoltre il parco sarà dotato di apparati di comunicazione che possano essere immediatamente comprensibili a tutti».