Aiutare i minori a rischio devianza, ex detenuti o appartenenti a famiglie mafiose o in fase di uscita dal contesto penale a reinserirsi nel tessuto sociale e lavorativo. Punta a questo il progetto pon “Liberi di scegliere” promosso dal Ministero della Giustizia e presentato al Centro per la Giustizia minorile per la Calabria di  Catanzaro, affidato all’Iprs Istituto psicanalitico per le Ricerche sociali di Roma.

All’incontro, coordinato dalla dirigente dell’Ufficio II del Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità di Roma e dirigente ad interim del Centro per la Giustizia minorile per la Calabria, Isabella Mastropasqua, sono intervenuti  gli operatori dei servizi minorili della giustizia, le Autorità giudiziarie minorili, il delegato della Curia vescovile di Catanzaro, enti di categoria, rappresentanti delle forze dell’ordine, del Terzo settore tra cui il Csv di Catanzaro, gli assessori comunali di Catanzaro agli affari generali  e alle attività economiche Danilo Russo e Alessio Sculco, il presidente della Commissione regionale contro la 'ndrangheta Arturo Bova.

Nello specifico si tratta di un utile strumento di tutela teso a promuovere concrete alternative di vita che richiede inevitabilmente il contributo di tutte le espressioni della società. Non solo una equipe multidisciplinare composta da educatori, psicologi, assistenti sociali ma anche enti locali, terzo settore, associazioni di categoria come la Camera di commercio di Catanzaro, presieduta da Daniele Rossi, che sarà chiamata a fornire un supporto per il reinserimento lavorativo dei 50 minori destinatari del progetto. Due i momenti specifici del percorso: il primo riguarda l’analisi e lo studio del fenomeno; il secondo, di tipo operativo, riguarda la costruzione di percorsi educativi e di sostegno integrato.