Per l’Istat, il 40,5 degli italiani legge un libro in un anno, stessa percentuale del 2001 quando c’era meno concorrenza tecnologica. Secondo l'indagine "Produzione e lettura di libri in Italia" commissionata dall'Istat, le vere emergenze riguardano i giovani e l’enorme divario tra Nord e Sud del Paese. Una delle cause individuate dall'indagine tra i principali fattori che determinano la poca propensione alla lettura in Italia, soprattutto al Sud, è lo scarso livello delle politiche educative e scolastiche. Ma a cavallo del XXI secolo i dati erano oltremodo peggiori, solo il 38,6% della popolazione aveva dichiarato di leggere all'anno almeno un libro. In un contesto che poteva solo peggiorare, data la crisi della scuola e l'aumento della concorrenza tecnologica nei confronti dell'oggetto libro, non c'è stato nessun miglioramento rispetto al 2000, ma nemmeno un crollo verticale. Quella percentuale era bassa allora e lo è adesso, per un paese che si considera una potenza mondiale.

 

La questione calabrese

Critica è la persistenza di enormi divari territoriali: al Sud legge meno di una persona su tre (27,5%) mentre in quelle del Nord-est si raggiunge la percentuale più elevata (48,7%).

 

Negli ultimi anni in Calabria si è registrato un calo progressivo di fruitori di lettura, nel 2016 la percentuale fu del 28,8, nel 2014 del 29,9 e nel 2013 del 34,5%. I dati mostrano che nel tempo è aumentata la quota di famiglie che possiedono libri: nel 2017 erano l'89,4%, ma dal 2009 in poi il 10% di famiglie ha dichiarato di non avere libri in casa. Guido Leone, il dirigente tecnico dell’Urs (Ufficio scolastico regionale) ha affermato che «la Calabria è la prima regione italiana ad avere la percentuale più bassa di famiglie che non possiede libri in casa, il 16,4% ne possiede da uno a dieci, il 14,9% da undici a venticinque, il 4,1% più di quattrocento. È necessario, dunque, allargare il mercato e i consumi culturali se vogliamo che il libro sopravviva e cresca nelle biblioteche, nelle librerie e nelle case degli italiani». «L’obiettivo – aggiunge il dirigente è capire come si impara a leggere e come il nostro sistema scolastico, soprattutto nelle fasi iniziali, riesca a produrre lettori. La scuola è perciò chiamata in prima persona a rendere il rapporto tra il giovane allievo ed il libro un momento positivo e di crescita spirituale e culturale».

 

Emergenza di lettori giovani

Dalle analisi portate avanti dall'Istat, nell'indagine Produzione e lettura di libri, emerge che al Sud la flessione ha interessato in modo particolare i più giovani. La quota di lettori tra i 15 e i 17 anni è diminuita dal 53,9% del 2016 al 47,1% del 2017. Anche tra i 20 e i 24 anni si passa dal 48,9% di lettori al 44,7%. Anche in questo caso però la questione è più complessa di come potremmo immaginare, perché intanto l'editoria per ragazzi è in crescita rispetto al 2015: +4,5% i titoli e +6,6% le tirature; per l'editoria educativo-scolastica, invece, a fronte di un aumento del numero di opere del 14,6%, si registra un forte decremento delle copie stampate (-19,6%).

 

C'è bisogno di un sistema efficente di biblioteche 

«Si è rilevato in questo senso – aggiunge il dirigente Leone – che lo strumento principale capace di dare una base a qualunque attività di promozione della lettura è lo sviluppo di un moderno ed efficiente sistema di biblioteche in Calabria al 31 dicembre 2017 ve ne sono 446, il 3,2% del totale Italia pari a 13.925 biblioteche di varia tipologia amministrativa.

Molti passi in avanti sono stati compiuti, ma la situazione rimane nel complesso deficitaria, perché esistono le biblioteche statali, comunali e scolastiche e 13 milioni di italiani (il 21,1% del totale) risiedono in comuni in cui non c’è una libreria o biblioteca. Secondo l’ufficio studi Aie (Associazione italiana editori), sono esclusi i Comuni dove possono esserci cartolibrerie, edicole-negozio, centro commerciale con librerie come bacino di attrazione. Vale a dire 687 comuni sopra i 10 mila abitanti, l’8,6% del totale dei 7.998 censiti.

«Non va meglio per la presenza di biblioteche scolastiche, – spiega il referente Usr – 486.928 studenti frequentano istituti che ne sono privi: 262mila nella scuola primaria, 147mila nella secondaria di primo grado e 77mila nella secondaria di secondo grado. Ma altri 3,5 milioni frequentano istituti che hanno un patrimonio di libri inadeguato a far scegliere ai ragazzi cosa leggere».

 

I piccoli comuni calabresi hanno un numero maggiore di lettori

«Si legge meno soprattutto nei piccoli comuni, – ha affermato il dirigente – dove la perdita si aggira sul 15,3% rispetto ad una media nazionale del 9,1%. Va un po’ meglio, invece, nel centro delle grandi città (-3,1%) rispetto alle periferie (-5,1%)».

Il dirigente tecnico ha aggiunto: «Non basta studiare testi, bisogna leggerli, commentarli, discuterli. I libri vanno “vissuti” nell’ambito scolastico perché lettori si diventa. Imporre la lettura come un dovere è soltanto un disincentivo: leggere deve essere un piacere. In molti paesi la narrativa è obbligatoria, invece noi la stiamo perdendo. Servono pratiche didattiche legate al libro: visite frequenti nelle biblioteche e nelle librerie, il recupero della biblioteca di classe collocata dentro al piano dell’offerta formativa d’istituto, non chiusa dentro i confini della scuola». C’è da scommettere che l’anno prossimo, in Calabria, si avranno ancora meno lettori. La sola possibilità di creare una controtendenza sarebbe quella di intervenire in modo drastico nella formazione dell’obbligo. E introdurre per esempio, sulla scia di altri paesi europei, un’ora dedicata alla lettura in tutti i gradi di scuola, dall’asilo alle primarie alle medie alle superiori.