Il volume di Elia Fiorenza - presentato a Pazzano -ripercorre e analizza la storia di uno dei più importanti luoghi sacri della regione ed esamina la genesi del piccolo borgo della vallata dello Stilaro
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Oggi, lunedì 20 agosto, verrà presentato a Pazzano “L’eremo di Santa Maria della Stella” il libro scritto da Elia Fiorenza, studioso del paesaggio rurale e di storia medievale. Il libro, pubblicato da Laruffa editore, ripercorre e analizza la storia di uno dei più importanti luoghi di culto mariani della Calabria ed esamina la genesi del piccolo borgo della vallata dello Stilaro, nel Reggino.
Le origini dell'eremo
L'Eremo di Santa Maria della Stella o Santuario di Monte Stella, situato sul monte omonimo nel territorio del comune di Pazzano, in provincia di Reggio Calabria, è un santuario creato all'interno di una grotta. Il primo documento sul luogo è il codice greco 598 di Parigi, contenente le opere di Sant'Efrem diacono, e composto dal monaco Michele. Successivamente, con le incursioni saracene Cristodulo, che era l'egumeno (il capo della comunità monastica) dell'Eremo, fuggì a Patmos. Con la fine dell'invasione saracena, Paolo, il successore di Cristodulo, tornò a Stilo riportando molti manoscritti che costituirono parte della biblioteca di Santa Maria.
Da monastero a santuario
Dal 1096, durante il periodo normanno, l'eremo di Santa Maria diventò un monastero minore, come si evince da un documento del Conte Ruggero I, che cedette al vescovo di Squillace, Giovanni Niceforo, l'Abbazia di S. Giovanni Theresti di Stilo, l'Abbazia di S. Leonte, la Chiesa di San Nicola e Santa Maria della Stella. Nel 1522 diventò Santuario e vi fu collocata per la prima volta la statua della Madonna della Stella o Madonna della Scala. Si pensò fosse origine gaginesca, ma nuovi studi riferiscono con certezza che sia stata scolpita dal siciliano Rinaldo Bonanno per la somiglianza con altre sue opere. Da eremo di Chiesa bizantina divenne col passare degli anni santuario della Chiesa cattolica. Nel secolo XV il Santuario diventò indipendente da San Giovanni Theresti e i basiliani (branca dell'ordine di San Basilio) abbandonarono l'eremo nel 1670, anche se rimase all'ordine di San Basilio fino al 1946. Il primo parroco fù Marcello Jhodarelli nel 1670.
L'affresco di Santa Maria Egizica
Si può accedere all’eremo percorrendo una lunga scalinata, di 62 scalini scavati nella pietra.
Nella grotta si viene accolti dall’aria mistica del santuario, che al suo interno conserva la statua della Madonna della Stella, i dipinti con l'Immacolata Concezione, la Santissima Trinità, l'adorazione dei pastori. È di particolare interesse il frammento di un affresco di arte bizantina, raffigurante Santa Maria Egiziaca che riceve l'eucarestia dal monaco Zosimo. L'affresco è del X-XI secolo, per la particolare caratteristica delle ciocche disordinate della capigliatura della santa. L'opera raffigura una santa anzichè un santo, ciò fa pensare che vi sia stato per un certo periodo un eremitismo femminile.
Il libro verrà presentato dal giornalista e scrittore Francesco Sorgiovanni nella piazza IV Novembre. Dopo i saluti del sindaco della città, Sandro Taverniti, del presidente della pro loco, Renzo Campanella, e del rettore dell’eremo, don Enzo Chiodo sono previsti gli interventi di S.e.r. Monsignor Vincenzo Bertolone, Arcivescovo Metropolita di Catanzaro-Squillace e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, di Vincenzo Naymo, antropologo presso l’Università “Dante Alighieri di Reggio Calabria”.