A Sant’Ilario dello Ionio torna “Storie Migranti”, manifestazione promossa dalla Eurocoop Jungi Mundu, ente gestore del progetto di accoglienza Sai-Ferruzzano (logisticamente allocato sul territorio di Sant’Ilario) per sensibilizzare sul tema dell’inclusione in un contesto multiculturale. Una quinta edizione che ha accolto tra i suoi ospiti la scrittrice napoletana e calabrese d’adozione Rossella Scherl che, per l’occasione, ha presentato il suo romanzo “Pepi l’americano” in un dialogo con la giornalista Maria Teresa D’Agostino

Il volume, edito da Rubbettino, racconta la storia della famiglia della scrittrice ed in particolare del nonno, di origini istriane; una famiglia che ha conosciuto il dolore di dover abbandonare la propria terra quando, dopo la seconda guerra mondiale, l’Istria veniva assegnata alla Jugoslavia, che l’aveva occupata. Storie di un passato segnato dalla guerra e dall’emigrazione forzata. Ciò che ha spinto l’autrice a scrivere il romanzo è un motivo però che si colloca in un tempo più recente:

«Il motivo che mi ha spinto a scrivere questo libro è una battaglia che mio padre (90 anni, ndr) sta ancora portando ancora avanti con la burocrazia, quando ha capito che alcuni dei beni di famiglia che erano stati risarciti dal governo jugoslavo allo Stato italiano a lui non erano stati pagati. È una questione di principio, non di valore anche perché le cifre sono minime. È un vedersi riconosciuto qualcosa a cui avrebbero avuto diritto. Questa storia vuole essere un modo per farci riflettere che spesso dietro la burocrazia, contro la quale si trovano a combattere anche le migliaia di migranti che arrivano quotidianamente sulle nostre coste, c’è un viso, c’è dietro una storia spesso fatta di sofferenze e di scelte difficili».

Presenti all’evento anche il sindaco di Sant’Ilario Giuseppe Monteleone; il coordinatore del progetto Sai-Ferruzzano Nicola Papandrea e Giovanni Romeo, consigliere del comune di Ferruzzano. 

«È una serata organizzata in funzione della presentazione di questo libro - ha spiegato Giuseppe Monteleone, sindaco di Sant’Ilario - ma al tempo stesso è un momento da dedicare alle varie progettualità portate avanti sul nostro territorio ormai da diversi anni sul tema dell’accoglienza con l’azione di diverse cooperative: la cooperativa Jungi Mundu, la cooperativa Pathos e la cooperativa Iride. Siamo contenti di poter dire che molte famiglie di rifugiati arrivate a Sant’Ilario hanno trovato lavoro e sono rimaste a vivere qui anche dopo la scadenza dei progetti dimostrando di essersi completamente integrati, diventando a tutti gli effetti cittadini santilariesi».