Un territorio ricco, popolato fin dall'epoca preistorica per la quantità di risorse naturali. Poi nel 1700, Ferdinando IV di Borbone, avviò la creazione di un complesso siderurgico. Il sito, come negli auspici del sovrano, diede impulso all'economia calabrese e del Regno di Napoli. Nel cuore delle Serre, a Mongiana, si registrò un significativo agglomerato urbano che arrivò a contare mille abitanti che dipendevano dalla vita della ferriera. Gli altiforni venivano alimentati a carbone realizzato con legna ricavata dai boschi. A testimonianza di ciò, anni addietro si procedette all’apertura del Mufar, Museo fabbrica d’armi-reali ferriere borboniche.

Viaggio nel Mufar di Mongiana

Il sito rappresenta un esempio di museo diffuso, che oltre all'esposizione vera e propria di reperti, consente ai visitatori di immergersi nell’antico complesso siderurgico. Non mancano ricostruzioni 3D e video emozionali che rendono il Mufar visitabile anche per persone con difficoltà motorie.

Il percorso si snoda dalla Fabbrica d’Armi e giunge alla fonderia. Suggestivi gli altiforni e i resti della ferriera Robinson dove si conserva quanto rimane della fabbrica per ferri e lamine a cilindri. Infine l’area del Cubilot, con la presenza di alcuni ambienti riferibili a magazzini, depositi e officine. Il Mufar accoglie ogni anno centinaia di studenti da ogni angolo del Vibonese e anche fuori provincia. Il sito è particolarmente apprezzato anche dai turisti stranieri, attratti dai numerosi siti d’interesse storico e dai boschi serresi. Proprio nel mese di maggio, per il secondo anno, è stata firmata la convenzione che disciplina la collaborazione della Pro Loco di Mongiana nella gestione del Museo e del sito archeologico della Fonderia Borbonica. L’accordo, più nel dettaglio, ha inteso rimarcare il coinvolgimento di giovani impegnati nel Servizio civile e operatori dell’Associazione, tutti formati.

Circa 6mila presenze all’anno

Il sito è visitabile nel periodo estivo dalle ore 10.00 alle 13.00 e nel pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30: «Ogni anno registriamo dai 5 ai 6mila visitatori – ci spiega Morena Pisano, presidente della dinamica Pro loco di Mongiana – vengono non sono dalla Calabria ma anche da tutta Italia e dall’estero. Grazie alla sinergia con i tour operator attivi nella zona costiera, molti villeggianti vengono a visitarci». Il luogo è davvero suggestivo: «L’area delle fonderie è un vero e proprio museo a cielo aperto. C’è interesse anche per i reperti esposti: dalle armi agli scarti di fusione passando per antiche rotaie e tutti gli oggetti che venivano qui realizzati. I pannelli espositivi, inoltre, consentono al turista di conoscere a fondo la storia di questi luoghi». Un tuffo nel passato, nella ricchezza e nell’operosità delle serre vibonesi che continuano a custodire tesori di inestimabile valore.