L'esposizione è stata inaugurata ieri e sarà visitabile fino al 23 novembre. La direttrice Elisa Longo: «Per tentare una connessione con il territorio ancora più marcata miriamo a coinvolgere la gente di prossimità»
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«Per tentare una connessione con il territorio ancora più marcata e proattiva, miriamo a coinvolgere la gente di prossimità, trasmettendo non solo la consapevolezza di ciò che è il nostro progetto d’arte ambientale, ma soprattutto le potenzialità dei nostri strumenti di riqualificazione culturale». Così Elisa Longo, direttrice del Mabos (Museo d'Arte del Bosco della Sila), parco espositivo popolato da oltre 40 opere prodotte site-specific da artisti nazionali e internazionali, valica i confini del bosco della Sila diffondendo la sua essenza sul territorio calabrese.
Siamo nella Sila Piccola Catanzarese. Qui l’obiettivo è documentare, conservare, promuovere l’arte ambientale. Schede tecniche, bozzetti, calchi, ma anche appunti e indicazioni per alcune proposte di manutenzione, fotografie e montaggi video di lunghi work in progress compongono la mostra “Archivio Mabos” inaugurata ieri a Sorbo San Basile.
Elisa Longo: «La mostra “Archivio Mabos”, fruibile dal 23 ottobre al 23 novembre presso la sala consiliare del Comune di Sorbo San Basile, nasce dalla necessità di renderci ancora più comunicativi e incisivi verso le comunità che vivono il territorio circostante, portare una narrazione del sistema arte più complessa ma al tempo stesso facilmente accessibile perché veicolata da linguaggi comuni, dalla fotografia all’esperienza sonora fino alle informazioni raggiungibili tramite codici Qr».
Grazie alla collaborazione con il sindaco di Sorbo San Basile, Aldo Scorza, e l’intera amministrazione comunale, all’interno della sala consiliare sarà possibile visitare l’esposizione che compone un’originale cronistoria del Mabos. Grande attenzione è posta anche su tutto ciò che concerne la promozione, compresi gli esiti della più recente collaborazione con l’illustratore e graphic designer Giuseppe Talarico. Saranno esposte, infatti, le copertine che il direttore artistico di The Calabreser ha firmato per il Mabos, nell’ambito del progetto attraverso cui racconta la Calabria e la calabresità, tra personaggi, valori e luoghi, tra cui appunto il museo, illustrati in originali manifesti artistici.
«Una mission, questa dell’accessibilità concreta dell’arte, che nasce insieme al Mabos: un progetto d’arte in contesto ambientale che riqualifica con interventi mirati una porzione di bosco della Sila catanzarese, un museo a cielo aperto che in forma libera a gratuita trasforma l’esperienza artistica - di fruizione ma anche di progettazione e realizzazione – in un’esperienza quotidiana alla portata di tutti, non solo degli addetti ai lavori», afferma la direttrice Longo.
Molteplici sono i linguaggi esplorati nella mostra: sarà disponibile anche l’esperienza sonora “I sonagli verso i confini”, uno spazio di fruizione audio che, attraverso la voce calda e evocativa di Pierpaolo Capovilla e le vibrazioni sonore di Giorgio Caporale, fa rivivere il senso del viaggio e delle fotografie calabresi di Mario Giacomelli ispirate dall’urgenza poetica di Franco Costabile, di cui il Museo custodisce un piccolo nucleo.
«Un passaggio necessario, quello verso le nuove tecnologie, per tentare un approccio più coerente coi tempi e più attrattivo soprattutto verso le nuove generazioni che rappresentano il vero collante tra il passato e il futuro, autentici interpreti e interlocutori del presente», spiega Elisa Longo che, tra l’altro, progetta e produce questi pacchetti sonori per incrementare la fruizione lenta e consapevole dei luoghi, la loro più pura e profonda conoscenza.