Era il 1972 quando Rosario Rubbettino, giovane calabrese di umili origini, volle credere in un progetto nobile e molto coraggioso: avviare un’attività nel piccolo borgo di Soveria Mannelli, nella Presila catanzarese, con l’obiettivo di creare libri, fare cultura. Grande caparbietà e costante dedizione lo portarono a raggiungere il suo obiettivo e realizzare un ambizioso sogno: Rubbettino Editore è divenuto un prezioso punto di riferimento nel panorama culturale italiano, con una produzione editoriale che spazia dalla traduzione di importanti testi del pensiero europeo a collane che si occupano di attualità, filosofia, economia e storia, con una grande sensibilità nei confronti dei temi della Calabria e del Mezzogiorno.

Tra questi, certamente vi sono le minoranze linguistiche, un tesoro inestimabile per il territorio calabrese. «Abbiamo la fortuna di avere tre minoranze linguistiche. Un patrimonio enorme, in tema di cultura e identità, anche di contaminazioni e apertura, che dimostra quanto il nostro territorio, la nostra regione, le nostre comunità, siano state aperte negli anni e nei secoli alle contaminazioni, e quindi all’arricchimento culturale», afferma Florindo Rubbettino, presidente della casa editrice e figlio di Rosario, ai microfoni di Grecanica News.

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La divulgazione delle minoranze linguistiche attraverso il settore dell’editoria è fondamentale per la riscoperta dell’identità culturale della Calabria attraverso la conoscenza delle proprie radici. Rubbettino Editore ha contribuito notevolmente, attraverso la pubblicazione di molteplici opere, al recupero e alla valorizzazione delle lingue minoritarie grecanica e arbëreshë, insistendo molto, in relazione a quest’ultima, anche sui rapporti con l’Albania contemporanea, dunque nella costituzione di una connessione, un legame, proprio con la cultura da cui questo grande valore arriva.

«E poi non abbiamo mancato di riservare attenzione anche alla cultura occitana, valdese. Abbiamo pubblicato "La storia dei valdesi in Calabria" e siamo impegnati nel recupero di questa che forse tra le tre è la minoranza linguistica più a rischio, perché probabilmente è stata quella che è riuscita a trasmettere con più difficoltà, a differenza della grecanica e dell’arbëreshë, questo valore per il passato» prosegue Rubbettino. «C’è oggi una grande attenzione, e anche il network LaC lo testimonia. Forse siamo arrivati al momento giusto per un bel recupero di queste culture».