Su proposta della Commissione Nazionale Italiana, le “luminarie” sono candidate a diventare Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. «La tradizione artistica – si legge nel comunicato stampa - è certamente uno dei gioielli più preziosi del nostro Paese. Il genio italico, l’estro, la capacità manuale e l’inventiva hanno caratterizzato la storia dell’Italia e hanno reso ogni territorio della nostra nazione un museo e una esposizione vivente».

«In questo panorama - prosegue la nota - si inseriscono le “parazioni” e le luminarie tradizionali, che sono apparati decorativi “effimeri” di grandi dimensioni costruiti in legno, che presentano fitte decorazioni che si ispirano all’architettura barocca. Questi spettacolari intarsi in legno sono esaltati e impreziositi dall’utilizzo di luci multicolore di piccole e piccolissime dimensioni. Le forme e le tipologie di decorazioni più mature, vengono tramandate da generazione in generazione dai paratori e traggono origine dai bozzetti d’arte dei grandi maestri del rinascimento e del barocco italiano, a cui accomuna il fine di “destare meraviglia”».

«Le parazioni presentano alcuni elementi strutturali standard che messi assieme creano impalcature che possono raggiungere anche i 40 metri di altezza, reggendosi esclusivamente mediante tiranti di filo di ferro di piccolo calibro. Diversi e raffinatissimi sono gli elementi maggiormente caratterizzanti delle parazioni: archi, rosoni, casse armoniche, fino – soprattutto in Puglia – ad intere gallerie luminose e spalliere che riescono a coprire intere piazze ricreando sceneggiature fantastiche, surreali e meravigliose. La luce ha un valore simbolico (di rinascita) e una funzione estetica determinante nel trasmettere il senso di meraviglia, che è una delle finalità delle luminarie tradizionali, traendo origini proprio dall’obiettivo dell’arte barocca di “destar maraviglia”. Le “luminarie” sono una peculiarità dell’artigianato tipico del meridione d’Italia e, come fenomeno panmeridionale, si è avviato l’iter per la candidatura come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco».

Tra i candidati delle sei regioni meridionali in cui questa architettura di addobbo ligneo è nata e si è sviluppata, c'è anche l'azienda di Francesco Pugliese, luminarista della Calabria e presidente dell’Associazione Luminarie Calabria, la cui azienda ha sede a Cessaniti, nel Vibonese. «L'ottenimento del riconoscimento sarebbe una svolta epocale per il nostro settore», dice entusiasta il titolare della storica azienda vibonese che ricorda i periodi bui del Covid, quando fu costretto a mandare in cassa integrazione i dipendenti e parcheggiare i mezzi«Ora siamo ripartiti - dice Francesco Pugliese - ma con enormi difficoltà. Il caro vita ha avuto ripercussioni anche sul nostro settore. Ecco perché il riconoscimento dall'Unesco significherebbe restituire dignità a un settore che spesso le istituzioni non riconoscono».

L’istruttoria per la proposta di candidatura ha portato ad ottenere il primo importante risultato con la nota del 3 aprile scorso nella quale la Commissione Nazionale Italiana Unesco ha comunicato al Ministero della Cultura italiano la candidatura delle “luminarie” trasmettendo il fascicolo Parazioni and traditional light displays of Southern Italy per la candidatura a patrimonio culturale immateriale Unesco. «Siamo fiduciosi – dicono i promotori - che anche questo traguardo sarà raggiunto con il contributo di tutti a partire dalla sensibilità che potranno dimostrare le istituzioni pubbliche e private».