Riparte dalla cultura la città di Catanzaro, e lo fa in grande con “La Bibbia”, una  mostra dedicata al genio di Marc Chagall, uno dei più grandi artisti del Novecento. Nella cornice del Complesso monumentale del San Giovanni, fino al 29 agosto sarà possibile ammirare le 170 opere che raccontano il rapporto di Chagall con la religione ebraica e la sua personalissima maniera di rileggere, in chiave pittorica, il messaggio biblico. La mostra è corredata da un ampio apparato sull’ebraismo in Calabria e sulle influenze dell’arte ebraica sulla cultura contemporanea con le opere dei due celebri artisti Max Marra e Antonio Pujia.

«Assente la Regione Calabria»

“Chagall. La bibbia”, a cura di Domenico Piraina, è una produzione dell’assessorato alla cultura del comune di Catanzaro, con Arthemisia, che in occasione della conferenza stampa inaugurale ha dovuto però mettere in risalto un grande assente: «Sono presenti partner importanti  ma c’è anche un assente importante che è la Regione Calabria – ha evidenziato l’assessore comunale alla cultura Ivan Cardamone -, non so quale sia il motivo però dico che c’è una scarsa sensibilità e attenzione nei confronti di un settore, quello della cultura, che può dare tanto a questa terra, diversamente dagli anni passati quando la Regione è stata sempre presente. Qualcuno diceva che la bellezza salverà il mondo, io dico che forse l’unica possibilità che ha la nostra regione è il settore cultura che è un motore trainante non solo dal punto di vista sociale ma anche economico. Forse questa sensibilità non si è percepita o capita e me ne rammarico». Il progetto è stato realizzato grazie al contributo della Regione Calabria, con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro e con il fondamentale contributo della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale presieduta da Emmanuele Emanuele, grazie a cui tutte le scuole della Provincia di Catanzaro potranno usufruire dell’ingresso gratuito alla mostra. Il catalogo della mostra è di Editore Rubbettino.

La mostra

Attraverso le serie della Bibbia, in bianco e nero e a colori, e La storia dell’Esodo, la mostra “Chagall. La Bibbia” si propone di evidenziare quel “segreto” che l’artista ha voluto trasmettere, cercando di mettere in luce le motivazioni profonde delle sue scelte, il suo approccio al “Libro”, di illustrare come la Bibbia per lui sia soprattutto una storia di uomini, una vicenda di patriarchi e di profeti, di re e di regine, di spose, di pastori: Noè, Abramo, Giacobbe, Isacco, Rebecca, Rachele, Giuseppe, Mosè, Aronne. Un percorso espositivo che narra i fatti biblici come una speciale galleria di figure. Lo stesso Chagall, nel raccontare ad altri il suo progetto “biblico” usava dire che Vollard gli aveva commissionato di fare i “profeti”. Per Chagall, infatti, la Bibbia non è la storia della Creazione ma delle creature.

Comunità ebraiche in Calabria

Ad arricchire la mostra e a chiusura del percorso espositivo un prezioso nucleo di opere realizzato dall’artista contemporaneo Max Marra, una serie denominata Il ghetto, densa di drammatici rimandi all’immane tragedia del popolo ebreo, alle persecuzioni razziali nazifasciste e alla Shoah; a seguire anche Pirgos, ceramiche parlanti, un’installazione appositamente creata dall’artista Antonio Pujia Veneziano per la Giudecca di Bova, sezione urbana del Museo della Lingua Greco-Calabra “Gerhard Rohlfs” di Bova, prestatore della stessa opera: 7 vasi in ceramica decorata con gli antichi e sacri simboli ebraici della Menorah, della Stella di David o dello Shofar a omaggiare l’antica presenza della comunità ebraica nell’area grecanica calabrese; per ultimo una ristampa anastatica del 2006 dell’unico, antico e raro incunabolo conosciuto con il titolo Commentarius in Pentateuchumdi  Rashi, tomo edito con caratteri ebraici mobili a Reggio Calabria il 18febbraio1475 (l’originale è conservato presso la Biblioteca Palatina di Parma).

Musica e immagini

Contributo che restituisce in mostra il sapore di antiche memorie è quello della musica colta e popolare di Francesca Prestìa che, con tre brani, riattualizza le tradizioni musicali calabresi e promuove le conoscenze di antiche lingue che ancora oggi si parlano in alcuni contesti calabresi come il grecanico, l’arbëreshe e l’occitano-guardiolo. Chagall. La Bibbia a Catanzaro è un connubio che nasce sotto il segno della storia e della cultura, dal momento che la mostra consente anche di promuovere la conoscenza dell’antica presenza di comunità ebraiche in Calabria, con l’obbiettivo di far riscoprire un patrimonio culturale, materiale e immateriale, di primaria importanza nel definire l’identità della Calabria stessa. Un patrimonio culturale la cui conoscenza non è ancora sufficientemente diffusa nonostante, negli ultimi anni, si sia assistito a un progressivo arricchimento di studi e di ricerche, archivistiche e archeologiche, che meritano indiscutibilmente di essere valorizzate.

Puntare sulla cultura

«Uno dei fenomeni caratteristici del nostro tempo è quello della globalizzazione che genera accanto ad aspetti positivi, altri di segno negativo – spiega il curatore della mostra -, ce ne siamo drammaticamente accorti tutti sulla nostra pelle in occasione della pandemia. La globalizzazione, infatti, amplifica le opportunità ma, nello stesso tempo, indebolisce le identità e, frantumando le diversità, assottiglia il grado di biodiversità territoriale. Se da un punto di vista sanitario la risposta ultima e decisiva è il vaccino, occorre, per il futuro, immaginare difese che ci consentano di affrontare adeguatamente nuove, inedite e, ahimè, probabili situazioni, siano esse di natura sanitaria, economica e sociale, che saranno generate dai meccanismi insiti nei processi di globalizzazione. Una delle possibili risposte – prosegue Piraina - è quella di riprendere e rafforzare i rapporti con i territori locali, arricchendoli non solo di presidi socio-sanitari ma anche culturali. Si debbono costruire anticorpi efficaci contro gli effetti perversi della globalizzazione conservandone però i vantaggi: tra globale e locale ci può essere una terza via che molti definiscono glocal».

Chagall, artista universale 

«È esattamente quello che abbiamo tentato di prospettare con questo progetto culturale, nato e sviluppatosi quando sono iniziati gli effetti della pandemia, nel quale proponiamo la lettura di un grandissimo artista “universale”, cioè che parla al cuore e alla mente di tutti gli uomini, come Marc Chagall su cui, sulla scorta della sua altissima lezione artistica e morale, innestiamo una riflessione su una delle tante eredità culturali che hanno abitato la Calabria, quella ebraica. La narrazione della mostra, pertanto, si svolge in tre atti: nel primo, offriamo i grandi e commoventi cicli grafici completi di Chagall dedicati alla Bibbia; nel secondo, segnaliamo una appassionante ricerca sullastorica presenza ebraica in Calabria; nel terzo, proponiamo le opere di due eccellenti artisti contemporanei calabresi che si sono dedicati anche ad alcuni temi della cultura ebraica».