VIDEO | Un incontro organizzato dall'Unesco sul legame tra la Perla del Tirreno e il sommo poeta fondato su due preziosi codici scritti nel '300 da Pietro Campennì
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
Pietro Campennì trascina Tropea nel novero delle città dantesche. La paternità calabrese dei codici trecenteschi vergati dall’amanuense tropeano, attribuiti alla penna dello studioso calabrese trasferitosi nelle terre istriane nel XIV secolo, e lì dedicatosi alla redazione di due preziosi codici danteschi, sono stati il leit motiv dell’incontro di filologia italiana promosso a Tropea dal locale Club per l’Unesco, domenica pomeriggio a Palazzo Santa Chiara. Un evento salutato con massima soddisfazione dagli organizzatori, perché servito, sì, ad aver portato in città due italianisti di straordinaria finezza - l’istriana Valentina Petaros Jeromela, ed il campano Mario Aversano, accompagnati dal ricercatore Unical Francesco Campennì - ma soprattutto, per aver fornito a Tropea la chiave di accesso alle cerimonie previste in tutto il mondo per i settecento anni dalla morte del Poeta, previste per il 2021.
Il legame con la Commedia
A rilanciare la notizia, dopo la proposta avanzata dalla presidenza tropeana del Club per l’Unesco affidata all’avvocato Giuseppe Romano, la presidente nazionale Ficlu – federazione italiana club per l’Unesco, Teresa Gualtieri, presente anche lei al tavolo letterario. L’architetto calabrese, ben felice di raccogliere la proposta di rete, ha dato apertamente il placet all’avvio delle relazioni diplomatiche con i club di Gorizia, Foligno, Ravenna. Tre città massimamente legate alla Commedia, alle quali, grazie a questo primo incontro e soprattutto alle fatiche trecentesche del suo concittadino, si aggiunge anche Tropea.
L’incontro
Il legame della città d’origine del Campennì con Isola d’Istria e la natura dei codici da lui redatti una volta divenuto cancelliere nelle terre del nord, sono stati oggetto dei tre interventi scientifici introdotti dal presidente Romano, e moderati dalla giornalista del Network LaC Monica La Torre. Ha iniziato il Campennì, ricercatore e storico, con una genesi della famiglia sua e dell’antico studioso (“Note storiche e genealogiche sulla casa Campennì di Tropea”); ha fatto seguito la Petaros Jeromela, dantista e presidente della società Dante Alighieri - Comitato di Capodistria con la “Presentazione caratteristiche dei Codici”, e ha chiuso Mario Aversano, italianista, che ha introdotto la sua “Emergenza Dante: La Commedia ieri e oggi”.
Le conclusioni ed il rilancio dell’iniziativa su scala nazionale, sono state affidate alla presidente della Federazione italiana club unesco (Ficlu) Teresa Gualtieri. I saluti, affidati a Nicolantonio Cutuli, preside Istituto istruzione superiore di Tropea, ed al vicesindaco Roberto Scalfari. Al termine dell’incontro, Romano ha omaggiato con una targa sia i relatori che il divulgatore storico tropeano Salvatore Libertino, il cui blog Tropea Magazine per primo ha portato a Tropea la vulgata della paternità cittadina dei codici del Campennì. Di seguito le interviste