Ha atteso secoli e secoli affinché fosse ritrovata, complici, come spesso avviene i lavori di scavo di un metanodotto e poi, ancora, dieci anni perché dal deposito del Museo riuscisse ad approdare, finalmente ricostruita e restaurata, in una della sale espositive del Museo Archeologico Lametino diretto da Gregorio Aversa. La tomba, un sarcofago magnificente, risalente al periodo compreso tra la metà del IV secolo a.C. e la prima del III, è stato ritrovato nel 2010 in contrada San Sidero, a pochi chilometri di distanza dai Iardini di Renda lì dove sorgeva l’antica colonia di Terina.

 

Una tomba enorme, con la cassa costruita con tegole e coppi. Le tegole e il meccanismo hanno dato non poco filo da torcere all’Associazione Archeologica Lametina che, insieme ad un gruppo di studenti dell’Ipsia, si è occupata del restauro e della ricostruzione. Analisi, esami, sperimentazioni, hanno impegnato per parecchio tempo Soprintendenza, Università, scuola e associazionismo uniti in una complice sinergia.

 

Il ritrovamento è prezioso, di alto valore storico ed archeologico, ed è stato rinvenuto in quella che era la necropoli e che già tempo addietro aveva offerto un altro ritrovamento di valore, un sarcofago a cassa anche questo collocato tra la seconda metà del quarto secolo a.C. e gli inizi del terzo.

 

Un nuovo elemento da esporre per il Museo che già è ricco di ritrovamenti inerenti l’antica colonia di Terina città della Magna Graecia fondata da coloni provenienti da Crotone nella valle alluvionale del torrente Bagni, in prossimità della frazione di Sant'Eufemia.