Francesco Grandinetti invita a cercare altre motivazioni in quella che definisce una montatura tra le associazioni teatrali che hanno già annunciato il trasloco delle stagioni altrove. Intanto il deputato D’Ippolito si è rivolto alla Procura
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Agibile, non agibile, senza accatastamento, addirittura, ultimo colpo di scena, con alcune porzioni che il Comune avrebbe dimenticato di acquistare e di cui, quindi, non avrebbe la reale disponibilità. Si trascina da più di sei mesi la vicenda dello storico teatro Grandinetti di Lamezia Terme.
L’immobile era della famiglia Grandinetti, poi passato al Tribunale e da questo acquistato dal Comune per quasi cinque milioni di euro. Due però le vie di fuga sfuggite dall’acquisto e che si affaccerebbero su un immobile abusivo.
Secondo quanto riportato in conferenza stampa dalle associazioni e dagli operatori culturali a cui è stato negato l’uso dell’immobile e quindi lo svolgimento delle stagioni teatrali, il Grandinetti non riaprirebbe perché l’ex proprietario non avrebbe dato il nulla osta all’uso delle particelle non acquistate.
Una circostanza oggi negata dalla famiglia Grandinetti pronta a querelare. Durante un incontro con la stampa tenuto dallo storico ex proprietario Francesco Grandinetti e dal figlio Federico attuale presidente dell’associazione culturale Ti. Gi. che gestisce i servizi teatrali molte delle cose snocciolate ieri sono state smontate. «Non ho mai messo veti – ha dichiarato l’ex presidente del consiglio comunale – voglio sapere chi ha montato questa vicenda e a che pro. C’entra forse il fatto che non si può affidare un teatro senza fare una gara pubblica e a chi non ne ha i requisiti?».
Diverse, insomma, le dinamiche che starebbero portando alla chiusura dello storico teatro. Le stagioni sono pronte ad emigrare a Catanzaro dove avrebbero già trovato collocazione, ma per Grandinetti sarebbero state le stesse associazioni a montare il caso perché senza requisiti per potere operare all’interno dello storico teatro non essendo aggiudicatarie di un bando.
Tornando poi al problema dell’agibilità mancata, secondo l’ex proprietario il Comune sarebbe già in possesso di tutto ciò che serve a rendere la struttura perfettamente fruibile e a norma e le questioni in atto potrebbero essere facilmente aggirate tramite un’ordinanza. «Abbiamo con noi la dignità della storia- ha spiegato poi ancora Grandinetti – e mai bloccheremmo la città».
Intanto sulla vicenda il deputato Cinque Stelle D’Ippolito si è rivolto alla Procura con un esposto contro diversi soggetti, tra cui il commissario del Comune di Lamezia Terme, Francesco Alecci. «Alla magistratura penale ho chiesto di verificare atti, fatti e responsabilità» ha detto il parlamentare che domani terrà una conferenza stampa sulle scale del tribunale.
«Da tempo – afferma in una nota il pentastellato – denuncio e contesto un ostinato comportamento anomalo della commissione straordinaria e di dirigenti del municipio, che appare in linea con precise scelte della precedente amministrazione comunale, caduta in seguito allo scioglimento per infiltrazioni mafiose». «Le istituzioni di competenza – continua il deputato – esamineranno le questioni che ho posto con il dovuto rigore formale. Il dato di fatto, come ho ribadito altre volte, è che Lamezia Terme non è più dei lametini, il che è gravissimo e imperdonabile. L'attuale inagibilità del teatro Grandinetti ha degli aspetti molto seri che vanno conosciuti, approfonditi e valutati a modo».
«Per questo – conclude D'Ippolito – ritengo essenziale darne conto ai giornalisti, affinché riportino all'opinione pubblica quanto ho potuto ricostruire, da cittadino prima e da deputato poi».