Pronti ad occupare le strutture sportive e a fare una denuncia alla Procura e alla Procura della Corte dei Conti. Quella che si è riunita oggi a Lamezia Terme in una partecipata conferenza stampa è stata una vera e propria cordata di imprenditori, compagnie teatrali, associazioni, cooperative, rappresentanti dello sport cittadini, fino ad arrivare anche all’Arci.

 

Tutti strangolati dalle spire della burocrazia messa in campo dalla terna commissariale che, brandendo il manganello del rispetto della legalità, ha chiuso tutti i teatri comunali e negato le necessarie autorizzazioni a una folto numero di eventi, costretti a svanire, cambiare residenza o adattarsi ad immobili che ne hanno però svilito l’essenza.

 

L’ultima novità che ha causato l’ennesima alzata di testa del mondo culturale e sportivo lametino è il fatto che il Teatro Grandinetti, acquisito a patrimonio comunale durante il governo Speranza, non sarebbe totalmente di proprietà della città. Mancherebbero alcune particelle.

 

Un motivo non valido, sostengono gli operatori, per mettere di nuovo i lucchetti allo storico teatro. Un teatro aperto a singhiozzo in questi ultimi mesi, agibile per alcuni eventi, non per altri e che insieme alla chiusura totale degli altri due stabili scrive a grosse lettere la parola fine sulla cultura in città.

 

Motivazioni che, in questo come in altri casi, non sono sufficienti, sostengono gli operatori, per inficiare l’agibilità e quindi chiudere l’immobile.

 

I danni, hanno ricordato in conferenza stampa, Francesco Pollice per l’Ama Calabria, Nico Morelli per I Vacantusi, Ivan Falvo d’Urso per l’Arci, Piero Bonaccurso per la compagnia TeatroP, Ruggero Pegna per la Ruggero Pegna Show Net, Gianlorenzo Franzì per il Lamezia Film Fest, Pompea Gugliotta per Punto Danza e Massimiliano Serrao per il Comitato Sì allo Sport, riguardano non solo la città, svilita e violentata, ma anche l’economia stessa.

 

Diversi i soldi investiti, quelli che la Regione ha accordato in finanziamenti triennali sulla base di progetti in cui sono stati indicati precisi luoghi di svolgimento, che ora non sono più disponibili.

 

Eppure, spiega Pollice, la terna straordinaria avrebbe in sé tutti i poteri per riuscire a superare molte criticità. Quella evidenziata durante la conferenza stampa sarebbe, insomma, una visione miope arroccata sul rispetto rigido e netto di norme facilmente risolvibili in nome di una visione più ampia. Quella che vede, ad esempio, una città già strangolata dalla ‘ndrangheta dovere privare i propri figli di presidi di cultura e sport.