«Scoprire altri pianeti non ci esime dal conservare bene questo su cui viviamo per chi verrà dopo, tra qualche millennio, e dovrà per forza emigrare. Il primo altro pianeta dove andare a vivere sarà Marte». A disegnare scenari futuri per l'umanità è l'astrofisica Sandra Savaglio, oggi docente dell'Università della Calabria. È considerata dalla comunità scientifiche una delle massime autorità nel suo campo tanto che il suo volto è apparso sulla copertina della rivista "Time" come eccellenza negli studi astronomici. La conversazione con l'Agi avviene nel planetario di Cosenza. Marte potrebbe essere solo una tappa del viaggio nello spazio che l'uomo dovrà intra prendere. «Quando non sarà possibile la vita neanche laggiù - spiega - per il cambiamento del nostro Sole, finalmente dovremo imparare a viaggiare tra le stelle».

Il planetario di Cosenza è intitolato all'astronomo Giovan Battista Amico (o Amici), precursore degli studi copernicani. La struttura, inaugurata nella scorsa primavera, accoglie ogni giorno centinaia di studenti delle scuole di tutta la regione. La sera il programma prevede una serie di spettacoli scientifici che instradano alla conoscenza del cielo e dell'astronomia. A volte ospita anche scienziati e ricercatori, secondo una convenzione firmata con l'Università della Calabria. «Oggi facciamo una passeggiata tra le stelle - dice Savaglio riferendosi alla sua conferenza al planetario - ma ci concentriamo anche sui premi Nobel per la fisica, assegnati qualche giorno fa agli scienziati che hanno scoperto il primo pianeta fuori dal sistema solare, intorno alla stella che si chiama 51 Pegasi. Parleremo di questo e degli altri pianeti poi scoperti dal 1995 ad adesso».
Savaglio si rivolge alle nuove generazioni. «Ai giovani - continua - dico di seguire la propria vocazione. So che non a tutti piacciono la matematica e la fisica, ma è un bellissimo mestiere il mio. E vorrei sottolineare che tante comodità e invenzioni della vita moderna passano per la ricerca scientifica. Cose che alcuni considerano inutili, come andare sulla Luna - sottolinea - invece servono. È stata sviluppata una grande tecnologia per compiere queste imprese e sono stati creati strumenti che oggi utilizziamo normalmente. La ricerca è una molla per il progresso, per la vita».