Domenica 13 ottobre alle ore 18, nei locali della Stazione di Santa Caterina a Reggio Calabria, l’associazione “Incontriamoci sempre” inaugura la rassegna annuale di “Calabria d’Autore, innamorarsi in Stazione” con una relazione di Daniele Castrizio e Rocco Aricò sul tema: “La storia di Reggio attraverso la sua monetazione”.

L’incontro, che si avvarrà di un ricco corredo di immagini, ha lo scopo di fare conoscere la millenaria storia della monetazione della zecca di Reggio dagli inizi del V secolo a.C. fino alle ultime emissioni in epoca normanna, nell’XI secolo della nostra era. Saranno, perciò, illustrate le coniazioni dei Mille tiranni, di Anassila, della ritrovata democrazia reggina che affrontò la Guerra del Peloponneso e la lotta mortale contro Dionisio I. Dopo la parentesi della depoliticizzazione della città, seguiranno le emissioni della Reggio liberata e che affrontò con coraggio i Brutti: le guerre al fianco di Timoleonte, la Guerra Pirrica, la I e II Guerra Punica. Silente nel periodo romano, Reggio iniziò a battere di nuovo alla fine del IX secolo, quando era Capitale dell’intero Thema di Sicilia, per poi essere chiusa per le invasioni arabe, cui la città si oppose con successo, ma pagando un prezzo carissimo.

Con l’ausilio di un conio realizzato per un programma di Archeologia sperimentale dell’Università degli Studi di Messina, sarà mostrata, infine, l’ultima emissione di Reggio libera, ideata per supportare il programma di riconquista della Sicilia da parte del generale Giorgio Maniace. La moneta, con un Cristo stante al diritto e una croce potenziata al rovescio, verrà imitata dai conquistatori barbari normanni, che credettero che quella croce fosse lo stemma del Ducato di Calabria, di cui Reggio era naturale capitale, rimanendo per secoli quale blasone della Regione Calabria, fino alla riforma modernista e senza radici di pochi decenni fa.

La moneta come fonte storica, superando il concetto di collezionismo che tanto ha nuociuto alla ricerca del nostro passato, sapendo di raccontare una trama lunga e avvincente di quella città che vuole tornare bella e gentile: Reggio d’Italia.