Numeri da record per l'evento andato in scena a Torino che ha registrato 40mila visitatori al giorno. Un grande appuntamento con la cultura che riapre una speranza sul futuro del libro
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"Han spento lucciole e lanterne, chiuso il leone nella gabbia, confuso il fumo con la nebbia... Domani il circo se ne va" (Branduardi). Un primo, immediato bilancio del Salone dei record, in un post di Rubbettino: «Sono stati cinque giorni intensi, una grande festa in cui i libri sono stati i protagonisti e per una volta sono stati al centro del dibattito pubblico. Ora si torna al lavoro di ogni giorno, con il cuore pieno dei volti e delle persone che abbiamo incontrato e il petto gonfio d'orgoglio per i tanti complimenti ricevuti. Arrivederci Torino, ci vediamo il prossimo anno».
Veramente una gran bella festa, con circa 40.000 visitatori al giorno, tanti di questi erano giovani, studenti, ragazzi: ma il cartaceo non doveva essere già morto? E i giovani non erano tutti eternamente collegati sui social? Evidentemente no! Tutte le analisi sono da rifare, tutte le fosche previsioni sui libri sono da aggiornare. Questo Salone ha smontato tutto: si possono fare 2 ore di fila sotto il sole, pagando anche l’ingresso, solo per un misero libro di carta? Sì, si può, è successo a Torino. E la grande parte erano giovani.
Un salone incredibile: tantissimi gli eventi in contemporaneamente negli stand delle regioni, delle case editrici, delle associazioni, dei giornali e delle televisioni, di tante istituzioni.
Salone del libro, presenze da record
Alcuni eventi con presenze da record (ce ne sono stati in diversi con poche decine di presenze, ma ci sta): ad esempio la Sala Rossa era gremita fino all'inverosimile per l'incontro sugli "Scritti politici" di Aristotele curati da Federico Leonardi (Rubbettino) con Massimo Cacciari e Luciano Canfora. Senza dubbio Rubbettino, che in autunno festeggia i 50 anni di attività, ha colpito per la qualità della proposta in tutti i cinque giorni di Torino, sia per il numero degli eventi che per gli autori che hanno partecipato. In uno stand che certamente non è passato inosservato. E che conferma il prestigio nazionale della nostra casa editrice.
Si è distinto il cartellone della Regione Calabria, nel cui stand dominavano i Bronzi di Riace nel cinquantesimo del ritrovamento delle due meraviglie in mare.
L’assessore Princi ha fatto gli onori di casa, facendosi notare non solo per la sua eleganza nel vestire, ma soprattutto per l’impegno, insieme alla sua struttura, per la gestione di uno stand davvero bello e per la scelta degli eventi. Azzeccatissima l’idea di affidare la gestione di due giornate all’Accademia dei Caccuriani, con il presidente Adolfo Barone perfettamente a suo agio. Del resto il prestigioso Premio Letterario Caccuri è giunto agli undici anni di successo in un crescendo impressionante.
Abbiamo così portato a Torino un pezzo della Calabria migliore, raccontando i Bronzi di Riace, il sacro nella nostra terra, l’arte, la cultura, la voglia di riscatto, la lotta alla malavita, le bellezze naturali e paesaggistiche.
Di tutto, di più nel settore dedicato alla Calabria.
Gli scrittori calabresi presenti
Tanti gli scrittori calabresi presenti: di particolare successo l’evento con Carmine Abate, (“Il cercatore di luce”, Mondadori) che si conferma uno scrittore molto amato e di notevole successo; quello sulla grande emigrazione ( “Il popolo di mezzo”, Piemme) di Mimmo Gangemi; l’interessante studio sul sacro in Calabria ( “Calà-bryu”, ossia “scaturisco bellezza” di Gianfrancesco Solferino); “I Bronzi di Riace: una ricerca che dura cinquant’anni” con lo spettacolare intervento del prof. Eligio Daniele Castrizio.
Ci sarebbero da elencare i tanti autori che sono intervenuti, ma possiamo citarne giusto alcuni: “L’ultimo drago d’Aspromonte” (Rizzoli) di Gioacchino Criaco; “Eretico o santo. Ernesto Buonaiuti, il prete scomunicato che ispira Papa Francesco” (La nave di Teseo) di Giordano Bruno Guerri; “AP-profondimenti: le mafie come problema politico, sociale, economico e non solo criminale” (Rubbettino), con Amalia Cecilia Bruni (vicepresidente Commissione Anti ‘ndrangheta); “Quando c’era la politica” (Ferrari Editore) di Filippo Veltri; e poi l’ultimo giorno dedicato alle scuole (diverse scolaresche hanno raggiunto il Salone dalla Calabria): 50° Bronzi di Riace 1972-2022 “Eroi, Miti e Cunti della Calabria greca” con Maria Teresa Iannelli e Francesca Prestia.
Un successo dunque, un grande evento, che riapre una speranza sul futuro del libro, sulla qualità dei nostri scrittori, sull’interesse del pubblico, e per quello che abbiamo detto sui giovani, interessati anche loro a questi quattro fogli di carta stampata che raccontano le emozioni, come nessun altro mezzo finora è riuscito a fare.