La mostra “Archivio Mabos” approda a Cicala (Cz). Nel borgo ai piedi della Sila catanzarese, domani alle ore 16, sarà inaugurata un’atipica mostra di documenti d’archivio, composta da fotografie delle opere allestite all’interno del parco espositivo, progetti degli artisti e tutto ciò che concerne la promozione, compresi gli esiti della più recente collaborazione con l’illustratore e graphic designer Giuseppe Talarico.

Dopo il successo registrato a Sorbo San Basile nello scorso mese di ottobre, la mostra “Archivio Mabos” quindi è giunta a Cicala.

Ne parliamo con la direttrice del Mabos, Elisa Longo.

«Sin dall'inizio, la mostra itinerante "Archivio Mabos" ha avuto come obiettivo la relazione più immediata con i paesi e la gente di prossimità. Non solo per far conoscere il Mabos a chi la Sila la vive quotidianamente e magari non è fruitore abituale dell'arte, ma anche per lasciare una scia, un'impronta anche attorno e fuori il nostro campo d'azione, che è il bosco». 

Si tratta di una mostra unica nel suo genere. Piuttosto atipica.

«È una mostra che racconta tutta la complessità di un progetto d'arte ambientale, compresa la sua natura processuale di cui il materiale d'archivio è sostegno e strumento complementare».

La direttrice Elisa Longo, affiancata e sostenuta dal fondatore del Mabos, Mario Talarico, per questa edizione speciale ha deciso di ricorrere alla street poster art.

«Una delle nostre caratteristiche è certamente l'adattabilità. È un esercizio che ci permette di contestualizzare con estrema flessibilità. A Cicala, per ragioni logistiche, serviva qualcosa di diverso ed è arrivata l'idea di espandere, in tutti i sensi, la mostra, uscendo dalla cornice (com'è nostra abitudine) e lavorando con i poster, la carta da manifesto. Cosa che sarà di sicuro un vantaggio perché ci consentirà di esplicitare al meglio due concetti a noi molto famigliari: contaminazione e impermanenza».

Nella realizzazione della mostra a Cicala, non solo sono stati coinvolti i giovani del borgo, ma anche i proprietari delle abitazioni dove si affiggeranno le foto-manifesto.

«Sì. Per stabilire una connessione forte coi territori bisogna inevitabilmente e prima di ogni cosa partire dalle persone. Un'operazione del genere ha bisogno di veicoli consapevoli e questi saranno certamente i ragazzi di Terra Mater, che già tanto si spendono per il proprio paese, ma anche le persone che abitano (o non abitano più) le case coinvolte nel percorso espositivo. Da qui poi il coinvolgimento di tutti accrescerà in maniera esponenziale»

Ci troviamo davanti ad una forma di contaminazione artistica e poetica impattante in quanto dialoga in maniera semplice e diretta con la quotidianità delle persone.

«Percorrere una via che è funzionale al rientro a casa o all'acquisto di un kg di pane o al momento ricreativo al bar, ora improvvisamente e visivamente modificata da un'immagine, uno stimolo, al di là di ciò che ne si riesca a leggere e comprendere, è comunque, ad ogni modo, un piccolo evento rivoluzionario, perché stravolge la consueta coscienza dei luoghi. Aggiunge una nota che, volenti o nolenti, genera un punto di riflessione e di osservazione delle cose diverso».

Sarà disponibile anche il pacchetto sonoro “I sonagli verso i confini”.

«Sì. Ci sarà, all'interno del percorso, uno spazio di fruizione sonora dedicato a Mario Giacomelli e alla sua relazione con la Calabria e la poesia di Franco Costabile. Appunti di un viaggio metabolizzati e restituiti dalla voce vibrante di Pierpaolo Capovilla e dalle note evocative di Giorgio Caporale».