Investire nell'educazione e nel benessere dei bambini significa garantire un futuro migliore per la società. I bambini di oggi saranno i leader, i pensatori e i cittadini di domani. Assicurarsi che crescano in un ambiente sano, sicuro e stimolante è fondamentale per lo sviluppo di una società prospera e sostenibile. Le scuole devono essere luoghi dove ogni bambino possa sentirsi accolto, supportato e ispirato a raggiungere il suo pieno potenziale. I bambini sono il futuro di ogni comunità. Per la cultura arbëreshe educare e coinvolgere i più giovani è essenziale per preservare e tramandare le tradizioni. Imparare la lingua, conoscere le storie, partecipare alle festività e comprendere l’importanza delle proprie radici aiuta i bambini a sviluppare un forte senso di identità e appartenenza.

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Le scuole hanno dunque il ruolo fondamentale di ponte tra la comunità arbëreshë e il resto della società. Investire nella partecipazione alle manifestazioni ed eventi culturali non è solo un modo per garantire la sopravvivenza delle tradizioni, ma anche per costruire un futuro in cui la diversità culturale sia celebrata e apprezzata. La partecipazione attiva aiuta gli studenti a sviluppare un forte senso di orgoglio per le proprie radici, promuovendo una identità culturale solida e consapevole. La Legge 482/99 rappresenta un importante passo avanti nella tutela delle minoranze linguistiche in Italia, ma la sua attuazione pratica nelle scuole mostra diverse lacune.

Per garantire che la cultura e la lingua delle comunità come quella Arbëreshë siano realmente preservate e valorizzate, è necessario un impegno maggiore e più efficace da parte delle istituzioni, con un'attenzione particolare alle esigenze specifiche delle scuole e degli studenti. Solo attraverso un'azione concertata e mirata si potrà assicurare un futuro luminoso per la ricca eredità culturale delle minoranze linguistiche italiane. «Penso che la scuola dovrebbe portare avanti la salvaguardia della lingua. Essa da legittimità a ciò che siamo e vogliamo continuare ad essere. Non siamo tutelati abbastanza nella realtà. Andiamo avanti per progetti e sperimentazioni spesso volontarie da parte di noi insegnanti, che non vogliamo che si perda questo patrimonio straordinario», afferma l’insegnante Maria Anna Leonetti.