Il corrispondente dell'agenzia Reuters posta l'immagine delle scale mobili abbandonate di Villa Borghese, a Roma, associandole a quelle postapocalittiche che sorgono come ennesima incompiuta in provincia di Cosenza
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Così alla fine Perseverance è atterrato sul suolo marziano, più precisamente tra il Lazio e la Calabria, dove costruzioni aliene, hanno incantato il popolo di Twitter mentre i grilli di Villa Borghese si davano il cinque con quelli di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza.
Tra passato e futuro
Non è un incipit di Arthur C. Clarke, è un tweet del giornalista, corrispondente dall’Italia dell’agenzia Reuters, Crispian Balmer che, a spasso per le vie della Capitale, ha immortalato l'incosapevole installazione post-futuristica delle scale mobili di Villa Borghese inghiottite da edere e ortiche.
«One of those Rome projects that didn’t quite work out...» («Uno di quei progetti di Roma che non ha proprio funzionato…» ha cinguettato. Ma il giorno dopo, forse colpito dai commenti fiume di tantissimi utenti e dai repost dei quotidiani nazionali che hanno rilanciato il suo tweet, Balmer ha cercato di correggere il tiro, mettendoci una pezza e cercando di esaltare anche le bellezze di Villa Borghese. Ma il “cedellaltrismo” non ha lo stesso appeal di una foto di denuncia, e così quello scatto ha continuato a circolare.
Location da "Io sono leggenda"
La vista di quella scena, che Matheson avrebbe trovato perfetta per “Io sono leggenda”, ha ispirato a Balmer un’associazione naturale, quella con le postapocalittiche scale mobili di Roseto Capo Spulico.
«Non so se sono state semplicemente scaricate lì o se ci si aspettava di costruirci qualcosa intorno» scrive. Quella che è diventato uno scatto altamente instagrammabile, è parte di quel gigantesco set calabrese delle “incompiute”, un album fotografico che comprende anche rugginosi ponti sospesi nel nulla, come l’ex Sir a Lamezia Terme, un pachiderma ferroso che prende il sole sul Tirreno, spesso immortalato come scenario suggestivo di un mondo steampunk.
Quando il New York Times celebrò le nostre Stairway to heaven
Le “Stairway to heaven” calabresi portano in nessun luogo. A Roseto il mistero di queste scale, che avrebbero dovuto arricchire un villaggio vacanze diventato il fantasma della collina, puntate verso il cielo, circondate dalla quiete rurale del nulla, ha stuzzicato la fantasia degli artisti di “Alterazioni” che ne hanno spremuto la bellezza decadente per elevarla a forma d’arte perduta.
Così l’archeologia del presente è diventata cimelio del futuro che il New York Times, nel 2017, ha riportato sul suo sito rappresentandola quasi come una forma di landscape art da tutelare. L’incuria che si fa creazione, l’abbandono che l’immaginazione rielabora in bellezza, qui accade anche questo. La Calabria si conferma un mondo capovolto in una galassia personale, lontana anni luce non solo da Marte ma dalla Terra stessa.