VIDEO | Trasformare il passato in arte, un progetto innovativo di valorizzazione del patrimonio archeologico. Il direttore Demma: «Nuovo approccio culturale»
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Il Museo e il Parco di Sibari rappresentano il palcoscenico di una trasformazione straordinaria, dove il passato si fonde con la creatività contemporanea. In un progetto di riutilizzo creativo, antiche cassette che un tempo custodivano preziosi reperti dagli scavi storici sono diventate le stelle di "ABAcadabra: La magia del riutilizzo creativo nel Museo di Sibari". Questa iniziativa, nata dalla collaborazione tra il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide e l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, rappresenta un passo significativo nella valorizzazione del patrimonio culturale. Si lavora sul riciclo di materiali, ma ancor più importante è il simbolismo di riportare questi materiali alla base degli allestimenti, comunicando che tutto il patrimonio culturale si basa sulla ricerca archeologica in continuo sviluppo.
«Questo progetto, ha affermato il direttore del Parco Filippo Demma, rappresenta un passo importante nell'attualizzazione del museo, che si presenta al pubblico con una nuova veste e un nuovo approccio culturale. Inoltre, il museo è coinvolto in iniziative per preservare la memoria e la prevenzione, come dimostra la mostra sull'alluvione a 10 anni dall'evento catastrofico che ha colpito la zona circostante. L'iniziativa non solo ricorda il passato ma promuove anche la prevenzione e coinvolge la comunità in attività educative e informative».
Museo di Sibari
Il Museo di Sibari si sta dimostrando un agente culturale attivo e partecipe nel promuovere la cultura e preservare il patrimonio archeologico, offrendo agli appassionati e al pubblico in generale un'esperienza anche formativa. Il direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Catanzaro, Virgilio Piccari, ha evidenziato come gli studenti dell'Accademia abbiano vissuto un «periodo di discriminazione, con il territorio spesso che non riconosceva loro le qualità che ora sono state dimostrate attraverso progetti innovativi». Il progetto a cui fa riferimento sembra mettere in luce la cultura del design italiano, collocandola al centro dell'attenzione. «Si parla di "Grandi maestri del design" e della capacità degli studenti di rispondere su un piano internazionale». Il progetto ruota attorno al riutilizzo di oggetti dismessi, in particolare cassette, che rappresentano una memoria straordinaria e simbolizzano il duro lavoro e il sacrificio degli antenati in questa terra. Gli studenti hanno lavorato con creatività, unendo le cassette ad altri materiali, creando un dialogo tra di essi. «Questo progetto, afferma il direttore Piccari, non è limitato a un singolo museo o parco, ma potrebbe essere esteso ad altri luoghi culturali della Calabria. Si tratta di un processo di riconversione ecologica, che mira a prolungare la vita degli oggetti e a collocare l'ecosistema al centro dell'azione. Le iniziative simili sono già state attuate in altri luoghi, dimostrando che questo approccio è vincente e che contribuisce all'ecosostenibilità».
Il ruolo degli studenti
Presenti nel corso della presentazione tenuta nelle ultime ore presso la sede del Museo, Antonio Pistoia, dirigente scolastico del Polo Liceale di Rossano, insieme a Stefania Rossi, docente di storia dell'arte e referente del Dipartimento di Arte. Pistoia ha sottolineato l'importanza di tali collaborazioni, non solo per scoprire e valorizzare le bellezze del territorio, ma anche per mettere in evidenza il potenziale e la creatività straordinaria dei loro studenti. In particolare, i giovani del liceo artistico hanno dimostrato la loro abilità nel reinterpretare in chiave moderna ciò che offre il territorio». Questo coinvolgimento non riguarda solo il Liceo artistico di Rossano ma è condiviso con altre scuole della Calabria. Stefania Rossi ha spiegato «come gli studenti abbiano lavorato sul restauro e la trasformazione di vecchie cassette che originariamente contenevano reperti archeologici. Queste cassette sono state rivitalizzate e ora verranno utilizzate come arredo sia nel parco archeologico che nel museo stesso. L'opportunità di collaborare con studenti dell'Accademia delle Belle Arti ha aperto prospettive interessanti per i giovani, aiutandoli a considerare un futuro che potrebbe coinvolgere ulteriori studi in Accademia».