VIDEO | L’opera letteraria del giovane professionista segue il lungometraggio “Io resto qua” in cui il tumore al seno diventa un pretesto per interrogarsi sul senso dell’esistenza
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GIANLUCA SIA
La prevenzione, l'amicizia, l'amore, la maternità ma anche il riscatto sociale e soprattutto la speranza sono i temi affrontati nel primo libro di Gianluca Sia, Il viaggio di Erika. Il regista e sceneggiatore calabrese, originario di Chiaravalle, già con il suo primo lungometraggio dal titolo "io resto qua", ha deciso di trattare il delicato tema della prevenzione del tumore al seno. E l'opera letteraria ne rappresenta sicuramente il seguito: «era una storia che aveva bisogno di più spazio, che non finisce semplicemente ai titoli di coda anzi parte proprio da questi - spiega -. Perchè la storia di Erika, il suo viaggio, è un pò il viaggio di tutti noi, indipendentemente dal sesso perchè la nostra vita è sempre così piena di tante cose da fare che spesso ci dimentichiamo quali sono quelle importanti. Dietro ogni passo, dietro ogni traguardo che si raggiunge, se non c'è nessuno con cui festeggiare e condividere questi risultati, che senso ha?»
Il tumore alla mammella, malattia della quale la protagonista scopre di essere affetta, diventa dunque un pretesto per interrogarsi sul senso della vita: «Erika si rende conto solo nel momento in cui scopre di avere questa malattia, di non aver mai vissuto, ed è lì che decide di cambiare e parte il cambiamento. Sarà questo il momento più bello della sua vita perchè realizzerà che forse deve fare qualcosa per cambiarla e forse è li che capirà qual è il suo percorso, qual è il suo viaggio». Un viaggio che si articola in 18 capitoli destinati forse a non rimanere nero su bianco. «Ogni capitolo ha un titolo a parte, titoli che sono degli ossimori e che vogliono raccontare in chiave metaforica tanti aspetti. Il libro parte da un film però da ogni singolo capitolo si potrebbe tirare fuori forse un episodio di una serie televisiva?».