Il volume scritto da Claudia Conte, giovane scrittrice e imprenditrice, è stato presentato a palazzo Alvaro di Reggio Calabria
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Si trasformano, diventano a tratti, difficili da riconoscere ma le mafie, in nuove forme, sono ancora tra noi. Per questo parlare di legalità non basta mai. Su questo tema il confronto-dibattito "Il senso della legalità tra memoria e futuro", organizzato in collaborazione con la Città Metropolitana di Reggio Calabria a Palazzo Alvaro oggi pomeriggio.
Focus sul libro “La legge del cuore” frutto del lavoro di una giovane scrittrice e imprenditrice culturale, Claudia Conte che racconta una storia in cui emerge il bianco e il nero, che ruota intorno alla criminalità organizzata.
Un libro che «è un tassello, uno dei tanti che compone il mosaico costruito intorno al tema della legalità. Alla base di un sano sviluppo economico e sociale ci sia anche un Paese che vive in equilibrio e quindi che rimuove tutti gli ostacoli che possono compromettere una sana vita democratica. Purtroppo le mafie sono una problematica che va ad invadere tutti i settori della vita sociale. Oggi non è più come trent'anni fa: le mafie non spargono sangue, non ci sono più stragi stragi come nel 1992».
“La legge del cuore” «nasce per omaggiare tutte le vittime innocenti della mafia, nasce nel 2022 in occasione del trentennale dalle stragi di Capaci e via D'Amelio in cui persero la vita Falcone e Borsellino e i tanti uomini delle scorte. Quest'anno ho deciso di fare una nuova edizione del libro per continuare a organizzare eventi come quello di oggi qui Reggio e continuare a diffondere la legalità».
Dopo l'arresto di Messina Denaro «vediamo come alla fine lo Stato, le forze dell'ordine vincano rispetto alla mafia che ha cambiato pelle, non si fanno le stragi, ma oggi si parla di mafia 3.0, mafie imprenditrici che si infiltrano, grazie al mercato globale, lavorano all'ombra sono così difficili da riconoscere perché sono in mezzo a noi. Non ce ne rendiamo conto ma bisogna stare veramente allerta e denunciare ogni fenomeno che si può vedere. Come sostiene il procuratore Gratteri sono importanti gli strumenti che abbiamo, eredità importante di Falcone e Borsellino, le intercettazioni, il 41 bis, non devono essere toccati. Sono un importante strumento anche per quanto riguarda la corruzione, la concussione e il peculato dove spesso si nasconde una mafia».
L'incontro è organizzato dall'Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini, il cui presidente Luigi Tivelli chiarisce che serve «Il recupero della memoria storica, il connubio perfetto tra cultura e politica. Non c'è una politica sana senza la cultura».
«Credo sia molto importante che la politica, le istituzioni e la cultura, oltre ai tribunali, si occupino del contrasto alla mafia, perché è una questione che non riguarda soltanto le Forze dell’ordine e la Magistratura, ma tutti noi» ha spiegato nel suo intervento il consigliere comunale Mario Cardia.
«Non si parla mai abbastanza di legalità – ha chiarito la senatrice di Messina come Dafne Musolino impegnata in un nuovo movimento politico che cerca di mettere assieme il meglio del Sud e del Nord del Paese - E quindi questa per me è un'occasione gradita e un onore essere qui presente come senatrice e come calabrese, considerate le mie origini. La legalità è un valore importante a volte pensiamo che sia ormai qualcosa di acquisito e invece no, è una sfida continua di capire sempre che c'è una linea di demarcazione tra le cose giuste e quelle sbagliate, talvolta questa linea si assottiglia e ci sembra quasi impalpabile e il nostro ruolo è quello di rammentare sempre che questa linea c'è ed è ben marcata».
L'editore Florindo Rubettino ha evidenziato «sull'importanza della cultura un tema quello della legalità ci battiamo da decenni. La cultura può fornire strumenti enormi perché la società civile possa affrancarsi dalla tirannia delle quattro “c”: clientele, corruzione, consenso e criminalità».