Quando nel Vibonese si parla di Caria, una piccola comunità del comune di Drapia, si pensa  subito alla sua sujaca (i fagioli) o al castello Galluppi. In pochi sanno, infatti, dell'esistenza della grotta di "Santo Liu" (San Leo), un anfratto di epoca medievale che conserva ancora oggi degli affreschi bizantini.

La grotta Santo Liu a Caria

La grotta si trova in una zona poco accessibile, in una vallata al di fuori del centro abitato di Caria, e questo ci fa capire il carattere che rivestiva: gli eremiti, infatti, per stare tranquilli in preghiera sceglievano luoghi lontano da tutti e poco accessibili per non essere disturbati.


Gli affreschi conservati ancora oggi sulle pareti, risalenti al Medioevo e al XVI secolo, sono suddivisi in cinque quadri: nel primo, in cui è raffigurato il presepe, si riconosce un gregge di pecore, la Madonna con il Bambinello e l'adorazione dei Magi; nel secondo affresco, ormai danneggiato dai secoli, c'era la Madonna che allatta il Bambino seduto sulle ginocchia; nel terzo affresco San Leone Magno con la mitra papale seduto su un trono sorregge sulle braccia il crocifisso di Gesù ed in alto la luna ed il sole; nel quarto affresco c'era la Madonna in trono e ai suoi piedi si intravede ancora oggi un monaco che tiene in mano un libro (secondo gli studiosi sarebbe l'eremita che occupava la grotta); nell'ultimo affresco si intravedono due figure che secondo mons. Francesco Pugliese (il “teologo” di Tropea), raffiguravano una “deesis”, un tema iconografico bizantino, in cui spesso venivano rappresentati degli arcangeli o Santi locali.

L'attuale amministrazione comunale di Drapia, guidata dal sindaco Alessandro Porcelli, ha tutta la volontà di recuperare la grotta e bonificare la zona, per creare un percorso più accessibile a tutti e permettere così alla popolazione di fruire di un pezzo di arte e storia della Calabria ancora sconosciuto.