In giro per l’Italia con la sua lavagnetta, il suo libro e un sorriso davvero contagioso. Vincenzo Schettini, il professore di fisica più amato d’Italia, arriva anche in Calabria e fa una prima tappa a Locri, dove ha incontrato gli studenti del Liceo Classico Ivo Oliveti e del Liceo delle Scienze Umane e Linguistico G. Mazzini assieme al pubblico che lo segue ogni giorno sulle diverse piattaforme web.

Tra esperimenti, curiosità e preziose nozioni, il prof Schettini ha raggiunto un incredibile successo e conta, attualmente, quasi 3 milioni di followers considerando i diversi canali social. Lo abbiamo intervistato per conoscerlo meglio.

Come e quando nasce il progetto “La fisica che ci piace”?
Il progetto nasce una decina di anni fa, nasce su Facebook, dall’intuizione che le mie lezioni piacevano particolarmente e quindi per la prima volta ho preso il telefono, l’ho messo in mano ad uno studente e ho detto durante una lezione: riprendimi. Gli studenti erano sconvolti e divertiti. Tra l’altro feci fare una ripresa in verticale che in quel momento non era usata così tanto come oggi, non esistevano ancora i Reels, gli Shorts, non esisteva Tik Tok. Poi è sbarcato su YouTube, il vero successo de “la fisica che ci piace” avviene nel cambiamento di linguaggio e nel desiderio di fare le live nel pomeriggio poco più di 5 anni fa. Ecco, quello è stato il momento in cui ho ingranato la prima percorrendo questa lunga strada dei social. 

Quando ha realmente realizzato di avere una forte presa sui ragazzi?
Ho realizzato questo abbastanza presto quando è nato il progetto su YouTube, un annetto dopo, nel 2018 io ho raggiunto i miei primi 1000 iscritti al canale, nel 2019 erano 10 mila. Allora io, da matematico, ho iniziato a vedere questa che non era una linea retta ma era una curva, che avrebbe seguito un andamento esponenziale. Lì ho capito che la cosa stava andando, stava interessando, ma mai avrei immaginato di essere seguito anche dai bambini, dalle persone più grandi, dalle nonne, dai nonni; questa cosa mi riempie di gioia, mi fa comprendere che la voglia di conoscenza c’è sempre, il cosiddetto lifelong learning è verissimo.

Poi è arrivato addirittura a raggiungere numeri come i quasi 3 milioni di followers considerando tutte le piattaforme social.
Non pensavo di riuscire ad arrivare a numeri così grandi, avevo certamente compreso che ci fosse una crescita e che non fosse lineare, ma pensavo che questa crescita avrebbe abbracciato esclusivamente il mondo degli studenti. Il fatto che con gli esperimenti ad esempio sono riuscito ad avvicinare anche i bambini è stata una bellissima sorpresa.

“La fisica che ci piace” è diventato anche un libro, di cosa parla?
Sì, il libro è un racconto a 360 gradi attorno alla fisica quindi esplora davvero tutto, dagli equilibri alle forze, ai moti, alle onde, all’elettromagnetismo, fino ad arrivare ai temi più avvincenti (che sono stati anche tradotti in alcuni film meravigliosi) come la meccanica quantistica, la relatività e la fisica del futuro. Ecco, attraverso questi otto capitoli descrivo tutto il percorso di fisica che uno studente potrebbe fare (ma anche una persona che non l’ha mai studiata) condendolo di Puglia, di amore, di sentimenti e delle persone che mi circondano nella mia vita. In questo libro io racconto la fisica attraverso le persone che mi amano, studenti compresi.

Lei adesso è in tour, sta incontrando i suoi followers in giro per l’Italia anche con delle vere e proprie lezioni.
Sì, durante i miei incontri con gli studenti, i miei followers, parlo di fisica e cerco attraverso loro di tirare fuori un po’ di concetti, un po’ di argomenti, anche piccoli esperimenti estemporanei che faccio con il pubblico per far comprendere che per fare appunto un esperimento di fisica non serve per forza andare in laboratori e chiudersi dentro, l’esperimento è intorno a noi, bisogna solo saperlo tirare fuori e saperlo, chiaramente, raccontare. Questo è quello che succede durante i miei incontri.

Possiamo dire quindi che la fisica sia alla portata di tutti?
Non solo la fisica è per tutti, la cultura è per tutti. La vita è una continua ricerca: non si è mai neri, bianchi, rossi o verdi e, fortunatamente, anche da un punto di vista culturale lo stiamo capendo. Le nuove generazioni sono molto più aperte rispetto alla mia. Quindi il “non sei fatto per” non vale mai. È come per il canto, non esiste lo stonato, esiste semplicemente la persona che non ha mai educato la propria voce, allo stesso modo non esiste il negato per la matematica, esiste però la persona che non ha capito determinati meccanismi, determinati algoritmi di risoluzione e quindi non riesce a fare quell’esercizio. Quindi attenzione, non vi fate mai dire che non fa per voi e, se ve lo dicono, ignorate e andate avanti.