Silvana Esposito, catanzarese di nascita, costumista e truccatrice professionale. Un percorso eclettico che la ha portata a diventare uno dei creativi più attivi nonché vicepresidente di Compagnia Teatrale BA17. Silvana ha seguito ed è intervenuta alla due giorni di Bova, più precisamente al convegno sulla tutela delle minoranze linguistiche calabresi.

Due giorni interi a Bova con tutte le minoranze linguistiche e culturali della Calabria, ed è la prima volta che accade.
«Essere a Bova per due giorni, insieme a tutte le minoranze linguistiche e culturali della Calabria, è un'esperienza straordinaria e storica. È un momento di grande significato perché rappresenta la prima volta che queste comunità si riuniscono in modo così concreto e visibile. Questa iniziativa non solo celebra la diversità culturale della Calabria, ma offre anche l'opportunità di scoprire e riscoprire tradizioni, lingue e storie che per troppo tempo sono rimaste nell'ombra. Vivere insieme, condividere esperienze e mettere in luce le peculiarità di ciascuna minoranza è fondamentale per costruire un futuro di inclusione e rispetto reciproco. Attraverso laboratori, spettacoli e discussioni, possiamo creare un dialogo autentico, unendo le forze per preservare il nostro patrimonio culturale».

Un'interessante operazione che si sta facendo è quella di ricostruire l'antico abito grecanico, del quale a noi è arrivato poco. Questa sarebbe una grande operazione culturale.
«Assolutamente, la ricostruzione dell'antico abito grecanico è un'operazione di fondamentale importanza per la nostra cultura. Non solo si tratta di un omaggio alle radici storiche della comunità grecanica, ma anche di un modo per rivitalizzare e valorizzare una tradizione che rischia di scomparire. Gli abiti non sono solo indumenti; sono portatori di storie, simboli di identità e segni distintivi di una cultura che ha saputo resistere nel tempo. Attraverso questo progetto, possiamo non solo recuperare tecniche e materiali tradizionali, ma anche coinvolgere le nuove generazioni, rendendole partecipi di un patrimonio che le riguarda direttamente».

La riscoperta dell'abito grecanico  è quindi qualcosa di estremamente importante.
«Si, potrebbe stimolare un rinnovato interesse per le tradizioni locali e creare occasioni di confronto e dialogo tra le diverse minoranze culturali della Calabria. In definitiva, questa iniziativa rappresenta un grande passo verso la valorizzazione della nostra identità culturale e il rafforzamento del senso di comunità»,

La ricerca storica per la ricostruzione dell'abito tradizionale grecanico è un processo multidisciplinare molto affascinante
«Stiamo esaminando fonti storiche, documenti, fotografie d'epoca e testimonianze orali per comprendere le caratteristiche degli abiti tradizionali e il contesto in cui venivano indossati. Questo ci aiuta a ricostruire non solo il design, ma anche il significato culturale di ciascun elemento».

L’obiettivo di tutto questo lavoro è chiaro.
«Il nostro obiettivo è creare un progetto che non solo rispetti la storicità di queste tradizioni, ma che possa anche rinnovarle e rilanciarle nel presente. In questo modo, speriamo di contribuire alla valorizzazione della cultura grecanica e di coinvolgere le nuove generazioni in un dialogo attivo con il nostro patrimonio».

Le antiche usanze, le nostre tradizioni, la nostra storia millenaria. Da Bova è emerso quello che si può fare per evitare che tutto questo possa scomparire.
«È fondamentale adottare un approccio proattivo e coinvolgente. Dobbiamo prima di tutto valorizzare e promuovere il nostro patrimonio culturale attraverso iniziative che coinvolgano le comunità locali, come festival, laboratori e programmi educativi. Questo non solo aiuta a mantenere vive le tradizioni, ma stimola anche l’interesse delle nuove generazioni. Inoltre, è importante creare opportunità di sviluppo economico che possano trattenere i giovani e invogliarli a restare nei propri territori. Progetti che valorizzano l'artigianato locale, il turismo culturale e la sostenibilità possono offrire nuove prospettive e posti di lavoro, contribuendo a contrastare lo spopolamento. Preservare ciò che resta delle tradizioni, della lingua e degli abiti delle comunità grecaniche, occitane e arbëreshë è di vitale importanza».

Questi elementi sono testimonianze vive della storia e dell'identità calabrese. 
«Ogni aspetto, dalla lingua ai costumi, racconta storie di resilienza e diversità che ci uniscono come comunità. Lo spopolamento rappresenta una minaccia concreta per la nostra storia, le nostre lingue e le tradizioni. Quando le comunità si riducono o si spopolano, spesso si perde il passaggio di conoscenze e pratiche culturali da una generazione all'altra. Le lingue minoritarie, in particolare, possono subire un’erosione significativa, poiché vengono parlate sempre meno e i giovani tendono a utilizzare lingue più diffuse».

Inoltre, l’abbandono delle aree rurali e dei piccoli centri porta a una diminuzione della vitalità culturale
«Senza un numero sufficiente di persone che praticano e celebrano le tradizioni locali, c'è il rischio che queste finiscano nel dimenticatoio. Per contrastare questa tendenza, è essenziale investire nel rilancio delle comunità, creando opportunità di lavoro e incentivando i giovani a restare o tornare nei luoghi di origine»

Detto in estrema sintesi 
«In sintesi, la chiave è l'inclusione e la valorizzazione: se riusciremo a far sentire tutti parte di questa missione, potremo preservare ciò che ci rende unici e forti come comunità».

Ci sono cose importanti da fare per recuperare le nostre tradizioni e la cultura delle minoranze linguistiche. Per evitare che se ne perda la memoria.
«Innanzitutto è fondamentale recuperare e documentare le lingue, i dialetti e le storie orali che rappresentano un patrimonio unico. 
La creazione di archivi audio e video, in cui le persone della comunità raccontano le loro esperienze, può essere un passo importante per preservare queste voci. In secondo luogo, è necessario riscoprire e promuovere le pratiche artigianali e i mestieri tradizionali, come la tessitura, la lavorazione del legno o la cucina tipica. Organizzare corsi e laboratori può non solo coinvolgere le nuove generazioni, ma anche trasmettere tecniche e conoscenze che altrimenti andrebbero perse. La collaborazione tra istituzioni, associazioni e cittadini è essenziale».

L'educazione è cruciale. 
«Integrare la storia e le tradizioni delle minoranze linguistiche nei programmi scolastici può contribuire a creare consapevolezza e rispetto per queste culture fin dalla giovane età. Solo attraverso un impegno collettivo possiamo garantire che queste tradizioni continuino a vivere e ad arricchire la nostra identità calabrese».