Matera, Capitale della Cultura 2019, continua a mostrare nei confronti della Calabria un’attenzione particolare. Dopo la famiglia Amarelli, che il 19 marzo, nell’Ipogeo san Francesco aveva inaugurato la mostra “Amarelli: le radici della nostra storia”, incentrata sulla fabbrica come luogo di promozione culturale, oggi registriamo un secondo, prestigioso coinvolgimento delle eccellenze regionali, chiamate ad animare il calendario di eventi del capoluogo lucano.
Domenico Romano Carratelli, politico calabrese ed attento collezionista, nei giorni scorsi, è stato invitato a prestare una sua opera ad un grande evento espositivo
. L’oggetto in questione è il codice Carratelli, così chiamato in virtù del suo acquirente: un manoscritto cartaceo di fine XVI secolo composto da 99 acquerelli raffiguranti città fortificate, castelli, torri costiere e scorci della provincia del Regno di Napoli nota come Calabria Ultra (quella, per intenderci, che comprendeva i territori di Monteleone - Vibo Valentia, Catanzaro, Gerace e Reggio Calabria).

Il Codice e il Rinascimento visto da Sud

A chiedere all’avvocato d’origine tropeana uno dei pezzi più noti e rari della sua collezione, è stato il Polo Museale della Basilicata, promotore della mostra “Rinascimento visto da Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra '400 e '500”, in programma dal 19 aprile al 19 agosto e curata, tra gli altri, dalla direttrice del Polo Museale Marta Ragozzino.
«Il codice in oggetto risulta particolarmente importante nell’ambito della narrazione della mostra» hanno motivato i curatori nell’inoltrare la richiesta al collezionista calabrese, che nel merito ha dichiarato: «la richiesta di esporre a Matera è, sì, motivo di gratificazione personale: ma soprattutto è occasione per promuovere la Calabria, rappresentata dal manoscritto, e quindi dalla Mostra, nella ricchezza della sua storia. Dare ai visitatori l’opportunità di capire come era la nostra regione nel Cinquecento, e poterlo fare grazie ad illustrazioni inedite che ne raccontano città, castelli, e rapporto con il mare - ha concluso Carratelli- dà un valore aggiunto sia alla nostra regione che alla mostra lucana».

La narrazione mediterranea

E di fatto, nella sua rappresentazione del territorio, e nell’immagine che fornisce dei principali approdi calabresi d’età rinascimentale, il Codice già da tempo è oggetto di studi, ricerche ed approfondimenti da parte delle maggiori università calabresi.
Tornando alla mostra materana, dedicata al Mediterraneo a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento, sarà caratterizzata da un percorso espositivo focalizzato sulle grandi rotte commerciali. Grazie all’esposizione di 180 opere prestate da privati, oltreché dai più prestigiosi musei italiani ed europei, la narrazione coinvolgerà Napoli e la Spagna, ma anche la Provenza e le Fiandre, ed alternerà opere pittoriche a sculture, mappe a portolani.