Il Circolo dei Lettori di Crotone, insieme alla Fondazione Forense pitagorica e all'Ordine dei Giornalisti della Calabria hanno organizzato un incontro centrato sulla malagiustizia. Un momento anche di dibattito tra i giornalisti e gli operatori della giustizia in sala incentrato sulle storie di persone vittime di un giudizio non esatto, coordinato dal giornalista Rai Massimo Proietto, e che ha visto gli interventi del procuratore della Repubblica di Crotone Giuseppe Capoccia, dal giudice Romina Rizzo, dall'avvocato Tiziano Saporito, dal presidente dell'Ordine dei Giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri, dal presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Crotone Giuseppe Gallo, dal prefetto di Crotone Cosima Di Stani, da Paola Bellomo della Scuola Forense, e dalla giornalista Gabriella Cantafio del Circolo dei Lettori.

 

Visto il tema, è stato presentato anche il libro del giornalista Rai Alberto Matano, dal titolo “Innocenti”, il quale ha raccolto varie storie di vittime di ingiustizie, spunto per il dibattito al tavolo: «sono dodici storie che mi hanno molto toccato – ha dichiarato ai nostri microfoni l'autore – sono storie di persone come noi che attraversano tutta l'Italia e 40 anni di vita del Paese, e che danno un messaggio ben preciso. Prima di accusare qualcuno, prima di giudicare qualcuno, bisogna pensarci bene perchè quel giudizio o accusa può cambiare la vita di queste persone. Loro, nella maggior parte dei casi, ce l'hanno fatta, sono stati in carcere, ma alla fine sono stati riconosciuti innocenti. Il messaggio che ci danno è di denuncia, ma anche di speranza».

 

«Ci sono gli errori come in qualunque professione – ha dichiarato il procuratore Capoccia – gli errori dei medici, degli ingegneri, e ci sono anche gli errori dei magistrati. Ovviamente la prudenza deve guidare sempre la nostra azione per evitare questi errori, sapendo che purtroppo a volte si verificano». Nel rapporto tra stampa e giustizia «bisogna superare diffidenze reciproche – conclude – perchè nel confronto tra le categorie si può ridurre lo spazio dell'errore. Il contributo degli avvocati e della stampa a mettere in evidenza aspetti che possono essere sfuggiti in un'inchiesta, possono aiutare a limitare il rischio di errori. E' sempre meglio un colpevole fuori che un innocente dentro».

!banner!

«Il giornalista deve comportarsi come è giusto che sia in tutti i casi – ha dichiarato il presidente dell'OdG Soluri – i casi di malagiustizia, normalmente, non si possono verificare nel momento quando accadono, magari si scoprono dopo che sono casi di malagiustizia. Il giornalista deve semplicemente fare il proprio lavoro, cercando di sviluppare le notizie che da in maniera tale da partire dal concetto che non ci sono pre colpevoli, ma che i colpevoli sono solo quelli che alla fine vengono giudicati tali da una sentenza passata in giudicato».