Individuati frammenti di ossa umane e parte del corredo di una tomba parte di una necropoli legata alla presenza di un villaggio che doveva trovarsi non lontano dall’area del rinvenimento
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Importanti reperti archeologici sono stati rinvenuti a Girifalco, nel Catanzarese. La scoperta da parte dell’archeoclub ‘Toco Caria’, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Catanzaro e Crotone, diretta dal Soprintendente Stefania Argenti.
Il luogo del rinvenimento - così come riporta una nota della Soprintendenza - è situato lungo la viabilità secondaria che si dirama dalla SP59, alle pendici orientali del Bosco Valentino, al limite con il comune di Amaroni.
In particolare, in corrispondenza della sezione della strada, intaccata da recenti lavori di rettifica della
carreggiata, sono stati individuati resti fittili e frammenti di ossa umane.
«L’intervento di recupero, diretto dal funzionario archeologo della Soprintendenza, Alfredo Ruga, è stato
eseguito dal collaboratore archeologo Eugenio Donato con l’apporto dell’archeoclub locale, e con l’assistenza
di personale della stazione dei Carabinieri di Girifalco.
Una preliminare pulizia della parete esposta, ha permesso di accertare che i resti oggetto della segnalazione
sono parte del corredo di una tomba tagliata nel substrato roccioso, della quale si conservano i lati nord-est e
sud-ovest. Lo scavo approntato per il recupero ha permesso di recuperare due brocche di ceramica acroma, di cui una ancora integra, situate sul lato meridionale della tomba».
I vasi sarebbero elementi di corredo caratteristici delle sepolture bizantine (VI-VII secolo d.C.) e trovano confronto nell’ampia casistica delle necropoli altomedievali della Calabria e più in generale dell’Italia meridionale.
Verosimilmente la tomba è parte di una necropoli legata alla presenza di un villaggio che doveva trovarsi non lontano dall’area del rinvenimento, la cui esistenza trova riscontro nelle conoscenze archeologiche del territorio
di Girifalco, già noto per rinvenimenti di analoga cronologia.
«Pertanto - conclude la nota - il ritrovamento è importante perché aggiunge un altro tassello sull'occupazione capillare del territorio dell'attuale Girifalco nell'alto medioevo, con insediamenti diffusi anche di poche unità familiari con piccoli luoghi di culto di riferimento intorno a cui si sviluppavano i cimiteri».