Il lavoro degli alunni della scuola De Zerbi, arricchito dalla testimonianza di Mario De Simone, parteciperà al concorso indetto dal Miur per la giornata della memoria
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Servono parole speciali per spiegare a dei bambini così sia stato l’olocausto, un orrore che risuona in slogan tornati a infettare menti e cuori di molti, che porta a guardare il diverso con lo sguardo deformato dalle lenti dell’odio e del pregiudizio. I bambini della scuola elementare De Zerbi di Palmi attraverso un cortometraggio affrontano quella paura, la elaborano e grazie a una storia terribile che viene dal passato riescono a capire che la diversità alla fine ci arricchisce, ci rende uomini migliori.
«Nel cortometraggio - ha spiegato la docente Titti Barbaro - i bambini accolgono un coetaneo arrivato col barcone, ma, inizialmente, per la paura del diverso che potrebbe scompensare il gruppo non lo accettano e cercano, appunto, di mandarlo via. Ma c'è l'intervento del signor De Simone, che con la sua testimonianza fa cambiare il pensiero dei bambini».
Il corto, che parteciperà al concorso indetto dal Miur, per la giornata della memoria, godrà infatti della testimonianza di Mario De Simone, un uomo che per tutta la vita ha portato le stigmate del dolore tatuate nel suo cuore per colpa dell’odio e del razzismo. Suo fratello, all’età di 7 anni, fu deportato ad Auschwitz insieme a una zia e due cugine. Nessuno di loro ritornò mai dal campo di concentramento.
A piccoli passi, quindi, gli alunni della De Zerbi si incamminano verso la comprensione e la speranza, quella che solo il sorriso di un bambino può regalare.