Il capo della polizia Franco Gabrielli è stato insignito del premio Gaetano Filangeri giunto alla sesta edizione. “Per l’esempio di serietà dedizione e abnegazione dato alle future generazioni e per avere fattivamente contribuito a diffondere e a rafforzare i sani e inderogabili principi di legalità,  grazie al rispetto dei quali si elevano le basi della convivenza civile e si  rafforzano le istituzioni democratiche”, così nella motivazione letta dal rettore del Convitto Nazionale di Vibo Valentia Alberto Capria.  

Gabrielli, giunto in città  poco prima delle undici  è stato accolto dalle massime autorità civili, militari e religiose del territorio. A fare da cornice all’evento la mostra fotografica che ripercorre la storia dell’Italia immortalando i volti di uomini e donne che hanno pagato con la vita la difesa della libertà   

 

A margine della consegna del premio il capo della polizia si è soffermato sui recenti fatti di Limbadi, con l’autobomba del 9 aprile scorso che ha provocalo la morte di Matteo Vinci e il ferimento di suo padre Francesco. «Lo Stato c’è – ha ribadito pur non nascondendo le difficoltà del momento –  la nostra attenzione è massima, le operazioni di polizia che si succedono sono al dimostrazione di quanto lo Stato sia presente». 

Rispondendo alle domande dei giornalisti il capo della polizia si è anche soffermato sull’emergenza tendopoli di San Ferdinando. «Bisogna agire dando risposte tempestive – ha detto - credo che la vicenda della baraccopoli  sia una delle situazioni più negative che una società civile e democratica possa vivere».

 

Sul rafforzamento delle forze dell’ordine ha risposto: «Credo che questa si ala Regione con la presenza più significativa di militari, lo dimostrano la presenza di 3 reparti di prevenzione crimine. L’attenzione è massima - ha ribadito il prefetto - anche se scontiamo gli effetti del blocco del turn over». Un ringraziamento lo ha rivolto «alle forze dell’ordine che in questo territorio profondono uno sforzo importante. Basterebbe leggere i giornali per renderci conto di quanto ogni girono i nostri uomini producono»

 

Un passaggio lo ha anche riservato alla scuola allievi agenti di polizia «unica del sud Italia, ciò dimostra che è nostra intenzione che la scuola permanga e se possibile sia rafforzata perché da qui a  10 anni saranno dismesse 40 mila unità  e noi avremo bisogno di scuole grandi ed efficienti, come quella di Vibo Valentia».

 

Un ultimo passaggio lo ha riservato ai giovani: «Sono per un verso la nostra speranza, ma possono diventare la nostra dannazione. Speranza perché riponiamo in loro le nostre aspettative anche se purtroppo- ha ammesso -  non hanno  avuto buoni  maestri. Dannazione perché nel momento in cui questi ragazzi non dovessero raccoglie un testimone solido, sarebbe la fine di ogni speranza».